E’ scontro alla Camera sulla proposta di legge che mette fine all’obbligo di cognome paterno per i figli introducendo il principio del doppio cognome. Il via libera definitivo dell’Aula al testo, già approvato all’unanimità in commissione Giustizia, era previsto tra ieri ed oggi ma dopo una richiesta di Fratelli d’Italia per il ritorno in commissione il Comitato dei nove ha chiesto un aggiornamento della seduta. Una decisione che ha suscitato proteste da parte di coloro favorevoli alla proposta, mentre i contrari hanno approfittato del rinvio per ribadire la necessità di approfondire ulteriormente il provvedimento. Uno scontro anche trasversale alle varie forze politiche.
(mammaebambino.pianetadonna.it)
Il tradimento agli elettori e la delusione della relatrice Pd Marzano. “Quanto accaduto oggi in Aula sulla pdl del doppio cognome ai figli – protesta la relatrice del testo, Michela Marzano, del Partito democratico – è estremamente triste: lo stop è infatti arrivato per i veti culturali opposti da alcuni deputati, maschi, del nostro Parlamento e il Pd non ha saputo, a mio parere, tenere la barra dritta. Quando il Comitato dei nove si è riunito per trovare la quadra e permettere con aggiustamenti formali di arrivare al voto finale, la presidenza del Gruppo ha suggerito la sospensione della discussione della legge. Peccato che proprio ieri sera Renzi avesse chiesto a tutti i parlamentari coraggio e determinazione per non tradire gli elettori: oggi sono io a sentirmi tradita dal mio stesso partito”.
Getta acqua sul fuoco Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia. “Impedendo il rinvio in Commissione della legge sulla possibilità di prevedere il doppio cognome ai figli, oggi il Pd -rivendica – ha evitato il rischio di affossamento di questo testo e ottenuto la garanzia del voto in Aula prima della breve pausa estiva. Si tratta di una norma civile, votata all’unanimità dalla Commissione Giustizia, in linea con i più avanzati ordinamenti europei. E’ difficile quindi comprendere i motivi per i quali forze di maggioranza e di opposizione, che pure avevano approvato le nuove norme, abbiano oggi chiesto rinvii e dilazioni. Di fronte a questo incomprensibile atteggiamento, consiglierei a tutti – conclude Verini – di non assecondare guerre ideologiche su questa materia, di non fare il gioco di una minoranza di oscurantisti e di concentrarci tutti per portare a casa un risultato significativo e avanzato in tema di diritti”.