Via libera da Camera e Senato alla proposta Grasso, Boldrini: vitalizio bloccato per ex parlamentari con condanne superiori a 2 anni per reati gravi. Sì di Pd, Sel, Sc, FdI e Lega. Contrari Forza Italia, Ap e M5S. La delibera approvata introduce misure per la "cessazione dell'erogazione di vitalizi e pensioni a favore di deputati cessati dal mandato che abbiano riportato condanne definitive per reati di particolare gravità". Tra i reati compresi: mafia e terrorismo, la maggioranza dei reati contro la P.a. (peculato, concussione, violazione del segreto d'ufficio), ad eccezione del reato di abuso d'ufficio.
Per i reati minori, invece, perché scatti la cessazione dell'erogazione del vitalizio, occorre che vi sia stata una "condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni". Se riabilitato, al deputato viene ripristinata l'erogazione dei vitalizi "con decorrenza dalla data dell'istanza di riabilitazione". In un momento emergenziale come quello attuale dove c'è il più alto tasso di disoccupazione e il debito pubblico continua a salire grazie ad una spesa pubblica senza controlli fatta ancora di troppi sprechi e tante ruberie, questa del vitalizio sospeso ai parlamentari condannati appare più un’operazione di facciata per lisciare il pelo all’antipolitica che un vero provvedimento di equità e di giustizia sociale. Una delibera cambiata, aggiustata e riscritta mille volte, con una gara al ribasso come avviene per gli appalti truccati, che salva la stragrande maggioranza dei politici condannati, gli amici di tangentopoli, e colpisce solo una ristretta cerchia. Ancora una volta la casta si è autoassolta e continuerà a godere dei vitalizi pagati dai cittadini. In un momento storico critico come questo, sconquassato dalla scellerata riforma delle pensioni, dove chi campa di busta paga non sa come mettere insieme il pranzo con la cena e dove la pensione diventa un miraggio irraggiungibile per di più con un assegno previdenziale da quattro soldi, il vitalizio dei parlamentari resta comunque, tutto lì, intatto e intoccabile: una grande vergogna, un enorme scandalo, una profonda ingiustizia. Ci troviamo di fronte ad un privilegio tanto inattaccabile quanto assurdo, incomprensibile e indecente rispetto a quanto accade, invece, per tutti gli altri lavoratori il cui diritto alla pensione matura dopo una vita di contributi previdenziali. Ma forse la chiave di lettura di questa stortura è che stiamo parlando, per l'appunto, di lavoratori e di ...onorevoli.