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Probabilmente il fiasco in vetro risale al XIV secolo ed è testimoniato sia da dipinti, sia in letteratura:due novelle del Decamerone di Giovanni Boccaccio, scritto tra il 1349 e il 1353, fanno riferimento al fiasco come recipiente adatto a contenere “vino vermiglio” (vino rosso), alimento calorico e salutare, capace di donare, se assunto nella giusta quantità, salute ed energia.
Erano i fiascai, maestri vetrai specializzati in quel settore, a realizzare, con la canna da soffio i fiaschi, successivamente ricoperti con la vesta (erba palustre intrecciata, comunemente chiamata sala o schiancia). La figura della donna che rivestiva i fiaschi, all’interno della vetreria ma più spesso al proprio domicilio, comunemente nota come fiascaia, risale al XVII secolo, anche se l’occupazione si diffuse a partire dal XIX secolo, in concomitanza con il progressivo miglioramento della produzione vinicola e la conseguente maggiore richiesta di fiaschi impagliati.
Tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX secolo erano in uso vari modelli di fiaschi, utilizzati per diverse qualità di vino, da consumarsi entro poco tempo o destinati a mercati lontani dal luogo di produzione. Il fiasco più comune, munito di strisce di sala disposte in senso verticale, detto uso Chianti, era adoperato per imbottigliare vino da tavola giovane, mentre il fiasco Toscanello, che conteneva vino di migliore qualità, destinato a compiere viaggi più lunghi, aveva un rivestimento più robusto e di migliore qualità.
Nella prime metà del Novecento i fiaschi destinati all’esportazione del vino, all’estero e nelle colonie italiane, o esposti in occasione di mostre vinicole, furono decorati con bande verticali di colore verde e rosso che inneggiavano alla bandiera italiana.
Il fiasco ha continuato a lungo ad essere il naturale contenitore di vino toscano. Ultimamente invece è stato degradato a contenitore per vini di modesta qualità ed spesso rivestito con brutte guaine di plastica. Per i vini di qualità si preferisce oggi la bottiglia bordolese, più economica e facile da trasportare.
Fare fiasco è diventata un'espressione della lingua italiana che significa "fallire", per lo più associata all’esito negativo di uno spettacolo teatrale, musicale o cinematografico
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