L’orologio diventa “portatile” nel XV secolo attraverso l’invenzione del sistema del bilanciere a spirale, degli scappamenti e dell’alimentazione a molla. Il bilanciere a spirale è una piccola ruota senza denti (come un volante) al cui asse è attaccata una molla a spirale ad una estremità, mentre l’altra è fissata ad un punto fermo. Il volante ruota avanti e indietro assieme alla molla, che si avvolge e si srotola. Il bilanciere pertanto normalizza i giri affinchè il tempo venga scandito con continuità e in modo regolare. I primi modelli avevano soltanto la lancetta delle ore. La storia narra che uno dei primi possessori fu Enrico VIII che lo portava al collo con una catena. L’orologio da tasca, chiamato anche “cipolla”, è divenuto di uso corrente nella seconda metà del XIX secolo fino alla prima metà del XX secolo quando ancora non c’erano gli orologi da polso. Questo fu possibile per una maggiore precisione e compattezza derivate dal rimpicciolimento dei suoi componenti e da una larga produzione in serie. Adatto per essere tenuto in tasca, di solito l’orologio è dotato di una catenella ed il quadrante protetto da un coperchio. La cassa può essere realizzata con metalli preziosi e lavorata in modo artigianale. Pure il quadrante può essere decorato, smaltato o rifinito accuratamente. In seguito questo tipo di orologio ha lasciato il posto a quello da polso, prima meccanico e poi elettrico. Ancora oggi la “cipolla” è un oggetto di culto tra i collezionisti.