di Ivana Vaccaroni, Per i primi lessicografi italiani scrivere un vocabolario significava attenersi alle parole di cui si erano servite le tre corone fiorentine, Dante Petrarca e Boccaccio, attenendosi all'uso fatto da loro di nomi, verbi e tutte gli altri termini presi a modello dalla lingua latina. E a Venezia, che detiene il primato dell'editoria nel Cinquecento, viene pubblicata nel 1539 una raccolta di parole in ordine alfabetico tratta da Petrarca. Si tratta delle Osservationi sopra il Petrarca di Francesco del Bailo detto l'Alunno, dove l'autore cita termini presi in considerazione anche da altri scrittori. Egli scriverà in seguito altre opere interessanti dal punto di vista linguistico, quali Le ricchezze della lingua volgare sopra il Boccaccio (Venezia,1543) un completamento delle Osservationi e La Fabrica del Mondo (Venezia, 1548), opera vasta e metodica. Essa è considerata il primo dizionario della lingua italiana, dove le voci sono disposte in sezioni tematiche.
Si ricordano poi il Vocabulario di cinquemila Vocabuli Toschi (Napoli,1536) di Fabricio Luna: il lessicografo napoletano non è preciso, commette diversi errori e inoltre riporta esempi di vari scrittori, contribuendo ad arricchire una lingua più vicina al parlato.
Con Alberto Acarisio si ritorna peraltro alla pubblicazione di un'opera ordinata, ricca di informazioni utili e dove i lemmi sono disposti in maniera organica. Trattasi del Vocabolario, grammatica, et orthographia de la lingua volgare [...] con ispositioni di molti luoghi di Dante, del Petrarca, et del Boccaccio (Cento- Ferrara, 1543). Utile il suo interesse per i vari registri linguistici, con le varianti popolaresche e regionali.
Durante tutto il secolo XVI, oltre a questi primi esempi di vocabolari, si diffondono altri tipi di opere quali i rimari, le raccolte di frasi, i dizionari bilingui (italiano-inglese di John Florio, A Worlde of Wordes) e alcuni trattati riguardanti arti e mestieri.
Una data fondamentale per la storia della lingua italiana è però il 1612, anno della pubblicazione a Venezia della prima edizione del Vocabolario della Crusca, opera che rimarrà fondamentale fino alla seconda metà dell'Ottocento in quanto considerata la più importante e completa dal punto di vista del repertorio lessicografico dell'italiano. Il termine "Crusca" indicava alcuni fuorusciti dell'Accademia fiorentina riunitisi per discutere di argomenti di scarso valore, definiti "cruscate". Le finalità erano quelle di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla parte impura (la crusca). L'entrata di Leonardo Salviati tra gli accademici sarà fondamentale, poiché proprio lui avrà l'idea del Vocabolario.
Quali le regole da seguire nella compilazione di tale monumentale opera? Si cercò di mediare tra il classicismo bembiano e l'apertura di Salviati verso testi di minore importanza come scritture di carattere pratico, epistolari, etc...senza dimenticare voci di uso comune non utilizzate dai grandi autori. Il Vocabolario conteneva circa 25000 lemmi disposti su due colonne, aveva un'impostazione decisamente letteraria ma, per la sua vastità, per la chiara ed esaustiva ricerca di approfondimento dei vari lemmi e per la sistematicità con cui si fondono teoria e ricerca delle fonti, esso rappresenterà un esempio unico sia in Italia che in Europa per un lungo periodo di tempo.
Il successo del volume suscitò reazioni in chi si opponeva alla supremazia di Firenze sulle altre parlate: la scuola senese, con linguisti e grammatici quali Celso Cittadini, Scipione Bargagli e Adriano Politi si opposero pubblicando a testimonianza delle loro tesi varie opere come il Dittionario toscano(1614) e il Vocabolario cateriniano (1717): entrambe cercano di avvalorare la supremazia del senese, appunto, sulla lingua fiorentina, sia scritta che parlata.
Del Vocabolario della Crusca ci furono nei secoli successivi parecchie edizioni, le quali comportarono una frattura sempre più netta fra le posizioni della Crusca e quelle dei suoi avversari finché, nel 1783, Pietro Leopoldo soppresse l'autonomia dell'Accademia fondendola con quella fiorentina e quella degli Apatisti sotto l'unico nome di Accademia fiorentina. Essa fu poi divisa, nel 1808, in tre classi: Accademia del Cimento, del Disegno e della Crusca. Una quinta edizione del Vocabolario venne definitivamente soppressa dal ministro Gentile nel 1923 per le critiche di cui era oggetto in quanto ritenuta superata e non rispondente alla modernizzazione della lingua sia parlata che scritta a causa dei notevoli rivolgimenti sociali avvenuti dopo l'unità d'Italia.
Oggi l'Accademia continua la sua attività pubblicando varie opere fra cui il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (TLIO) dove, tramite una ricchissima banca dati, esamina le forme dei volgari antichi, provenienti da tutte le aree italiane fino alla morte di Giovanni Boccaccio(1375).
La conclusione di tale ricerca è prevista intorno al 2021.
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