Storia della maratona: da fidippide ad oggi

Creato il 21 dicembre 2012 da Postpopuli @PostPopuli

di Virginia Boddi

La storia della maratona e l’origine del nome meritano di essere raccontate.

Fidippide il maratoneta – podisti.net

Maratona è una località del sud della Grecia che dà il nome alla gara olimpica di corsa su strada più lunga; solamente la marcia prevede una distanza maggiore, 50 km la prima contro 42,195 km. Per comprendere la nascita di questa specialità dell’atletica occorre tornare al 490 a.C., data della battaglia che oppose gli ateniesi ai persiani, nella piana di Maratona, a poco più di 40 km da Atene. Nella storia raccontata da Erodoto, compare la figura di Fidippide (o Filippide) (emissario di generali e politici) che trasmetteva i messaggi semplicemente correndo da un punto all’altro della Grecia. Chi, come Fidippide, ricopriva questo ruolo doveva essere molto allenato, poiché doveva essere in grado di percorrere circa 100 km in poco meno di 48 ore su terreni aspri e selvaggi. In quell’occasione, Fidippide percorse non solo il tratto da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani, ma anche il tratto Atene-Sparta andata e ritorno per un totale di 500 km in poco meno di 48 ore, per cercare aiuto dagli spartani prima che la battaglia iniziasse. La leggenda narra che Fidippide al termine dell’ultimo tratto Maratona-Atene morì per il grande sforzo fisico. In ricordo di questo evento la maratona è stata inserita nelle Olimpiadi moderne, la prima svoltasi nel 1896 ad Atene; la distanza di 42 km fu decisa solo dopo aver calcolato con strumenti moderni la distanza che aveva percorso Fidippide.

Nel corso dei secoli ci sono giunte notizie sporadiche di prove di corsa su lunga distanza, come ad esempio quella sostenuta da Forster Powell nel XVIII secolo, che corse in lungo e in largo per l’Inghilterra coprendo a tappe più di 600 km, alla veneranda età di sessant’anni! Nel secolo successivo divennero popolari alcune manifestazioni, in Inghilterra e negli Stati Uniti, antenate delle attuali gare a tappe, in cui in una sola settimana si percorrevano 900 km. Per arrivare alla vera Maratona occorre fare un salto nella storia fino al 1896, anno della prima Olimpiade moderna, in cui fu inserita questa disciplina che, proprio in onore di Fidippide e della famosa battaglia, fu chiamata Maratona. Alla prima prova olimpica parteciparono 17 atleti uomini; l’unico italiano, Carlo Airoldi, fu squalificato prima di partire e non ammesso alla gara, accusato di essere un professionista, perché aveva già corso più volte gare di 50 km. Degli altri concorrenti nessuno aveva mai percorso più volte una distanza così lunga. Dopo la prima maratona olimpica, ne seguirono altre, sia nell’ambito dei giochi sia organizzate al di fuori di essi.

Emil Zapotek – biografiasyvidas.com

Vale la pena ricordare alcune significative edizioni per il riscontro cronometrico o la storia interessante dei partecipanti. La seconda maratona olimpica degna di essere ricordata è quella di Londra del 1908 in cui l’Italiano Dorando Pietri, giunto per primo, fu squalificato sulla linea del traguardo perché sorretto da un giudice nel momento in cui stava per svenire. La maratona di Londra fu anche la prima che vide la distanza “moderna”  di 42 km e 95 metri. L’Olimpiade del 1952 di Helsinki invece si ricorda nella storia delle grandi maratone per il protagonista, Emil Zatopek, che riuscì a vincere i 5000 m, i 10000 m e la maratona, impresa mai più riuscita a nessun atleta. Otto anni dopo, nel 1960 a Roma, vinse Abebe Bikila, atleta etiope che correva scalzo: riuscì a battere di un solo secondo il primato del russo Popov (2h15’17”); si superò ancora nel 1964 a Tokyo, correndo in un tempo di 2h12’11”.

Cominciarono anche a disputarsi i campionati del mondo, mentre la specialità aveva già preso piede in molte manifestazioni nelle città più importanti, come Chicago, Tokyo e Boston, che ospitarono la gara fin dalla prima storica edizione del 1897. La storia si arricchisce negli ultimi anni di atleti provenienti da discipline più “corte” (5000 e 10.000 in pista) che decidono di confrontarsi con la distanza più lunga. La capostipite delle maratone è stata quella di New York, giunta alla 43° edizione (quest’anno, a causa dell’uragano che ha colpito la città, non è partita, ma migliaia di persone provenienti dall’Europa e da tutta l’America si sono date appuntamento a Central Park e hanno “corso” per tutta la giornata all’interno del parco), nel 2009 superò i 40.000 iscritti. Anche a Berlino, Londra, Parigi e Boston, si sono raggiunte cifre di partecipanti e pubblico simili a quelle newyorkesi.

Nel nostro paese il fenomeno è partito leggermente in ritardo e, anche dal punto di vista organizzativo, vi è stata buona volontà ma scarsa preparazione in materia da parte degli organizzatori. La competizione con più edizioni è quella del Mugello, che ne conta ben 40. La prima edizione risale al 1972, con 48 partecipanti che successivamente sono diventati 205 alla seconda, 502 alla terza e via via a salire; a partire dalla quarta hanno iniziato a partecipare podisti provenienti dall’Ungheria, dalla Francia, dalla Germania e dalla Svizzera. La maratona del Mugello premia ogni anno i primi 5 arrivati e sulle medaglie sono rappresentati monumenti e stemmi della vallata mugellana. Uno dei promotori fu Roberto Gherardi, super maratoneta che nel 2004, durante la corsa di Bologna, a causa di un malore perse la vita. Dal 2004 l’evento è diventato un modo per ricordarlo. La prima maratona di Venezia, corsa per la prima volta 26 anni fa, partì alle 14 del pomeriggio del 18 maggio 1986, con temperatura e umidità molto alte. Analizzando la storia, abbiamo assistito a un crescendo di gare su questa distanza (dai 55 ai 60 l’anno) e ad un aumento di “finisher” italiani. Un paio di maratone, Roma e Firenze, sono riuscite addirittura a superare la fatidica quota di 10.000 iscritti nell’edizione del 2009.

Quali sono i motivi di questo incremento che porta molte persone a pensare alla maratona come ad uno sport a sé stante, slegato dall’atletica leggera? Innanzitutto siamo di fronte a uno sport “universale”: oltre che a correre in tutte le città del mondo, si corre anche in posti impensabili (ad esempio nel deserto). È probabilmente lo sport più praticato e visto “dal vivo”; è una manifestazione in cui si parte tutti assieme: non vi sono distinzioni di alcun genere, al via si è solo maratoneti! Comunque vada, è una bella avventura: portare a termine una gara così lunga fa aumentare la fiducia in se stessi; molti addirittura si commuovono e piangono, una volta tagliato il traguardo. A parte una percentuale bassissima, di solito chi parte lo fa per “vincere una sfida”,  per correre contro i propri limiti. In futuro il fenomeno potrebbe crescere ancora. Le aziende del settore probabilmente continueranno a investire perché stimolate da atleti che diventano negli anni sempre più esperti ed esigenti, e le città di tutto il mondo continueranno ad abbinare la maratona al turismo locale, visto e considerato che ogni partecipante viene accompagnato dai propri cari, che usufruiscono dei servizi offerti dalla città ospitante.

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