Abito da sera Lanvin, 1957
Conoscete il Victoria & Albert Museum? A me piace moltissimo perchè ho sempre avuto un debole per le arti decorative e trovo molto divertente passeggiare tra le sale immaginando chi e come usasse gli oggetti nelle vetrine.Inutile dire che la mia sezione preferita è quella del "textiles and fashion": ci ho passato una mattinata intera e ora vi propongo un piccolo percorso di storia della moda, scusandomi per le orribili foto (le ho dovute fare con il cellulare in un ambiente buio e affollato).
Bello questo vestito vero? Il tessuto ha una stampa molto carina, il modello è semplice, sembra fresco e portabile. Ma... non sono ancora arrivati i tempi di "sotto il vestito niente". Guardate che strutture dovevano indossare le nostre povere antenate... fanno passare immediatamente la voglia di sfoggiare un abito così affascinante.
Manica, gonfia-manica, copri-manica, per non parlare di busti e crinoline
Qui sotto un outfit matrimoniale di inizio Ottocento e un panciotto ricamato con amore da una fidanzata con piccoli non ti scordar di me.
Cambiamo secolo con questo splendido abito bianco, certamente più confortevole rispetto ai precedenti. Linee sinuose e fluide segnano l'arrivo dell'era contemporanea.
Gli anni Venti sono di sorprendente modernità e rappresentano bene un decennio di euforia e voglia di divertimento dopo le tragedie della Prima Guerra Mondiale. Frange, abiti sottoveste, pizzo... per caso vi ricordano qualcosa delle collezioni per questo inverno? Anche nella moda, nulla si crea e nulla si distrugge.
Il famoso soprabito trompe-l'-oeil di Elsa Schiaparelli
Bikini o intero? Due costumi in maglia degli anni Trenta che certamente all'epoca suscitarono scalpore. Quello bianco ai nostri occhi sembra più la pancera della nonna, ma ho controllato attentamente, è proprio un costume da bagno.
Anche gli anni Trenta sono estremamente innovativi nella moda; qui sotto una tuta da sera in tessuto disegnato da Jean Cocteau, un completo da sera di Chanel con camicia jabot, giacca e pantaloni di rete paillettata (dono di Diana Vreeland, by the way) e un abito da sera in due pezzi in crepe de chine. Potrebbero tranquillamente essere indossati anche oggi, non trovate?
Con la Seconda Guerra Mondiale tutto cambia radicalmente: da feste e lustrini si passa a privazioni e bombardamenti. Qui vedete un tailleur made in Britain accuratamente studiato per evitare sprechi, un modello che le donne britanniche erano vivamente incoraggiate ad adottare: gonna dritta (assolutamente abolite le pieghe!), giacca lineare con quattro bottoni (non di più!), il tutto in tweed inglese (vietato importare dai paesi nemici!). E non pensate che la borsetta sia uno sfizio, in realtà è una custodia per maschera anti-gas.
Finita la Guerra, arrivano gli anni Cinquanta a portare il New Look di Dior. Buttate via le tessere annonarie, non c'è più bisogno di fare economie e risparmiare stoffa, i volumi sono ampi, voluminosi e ritornano in auge bustini e sottogonne. Sembra un inno alla modernità dei nuovi tempi ma a guardare bene non trovate un richiamo forte alle linee Ottocento?
Con gli anni Sessanta tutto cambia, arrivano le minigonne, la moda per giovani alternativa e irriverente, si abbandonano le convenzioni dell'abbigliamento formale. Cambia lo stile di vita, cambia la società, cambia il consumo, cambia il modo di scegliere i vestiti. E' da qui che parte una nuova storia che arriva fino ad oggi e chissà dove ci porterà.
La sezione "Textiles and Fashion" del Victoria & Albert Museum fa parte delle collezioni permanenti. L'ingresso al Museo è gratuito.