Non importa che io riveli l’identità del protagonista della storia. Ciò che conta sono i fatti e i fatti in questo caso meritano.
Specie se ci riferiamo a dove c’è bisogno di tutto, come è quasi sempre in Africa, e si fa molta fatica un po’ per tutti a menare l’esistenza.
E questo perché i ricchi, quelli baciati dalla buona sorte, sono pochissimi e i poveri, invece, una moltitudine immensa.
Grégoire era uno di quei pochi ricchi che, nato in Benin, era poi emigrato in Costa d’Avorio.
Qui aveva fatto ulteriore fortuna e poteva permettersi parecchie cose rispetto agli altri in quanto, grazie ad un colpo di fortuna, era divenuto proprietario di alcuni taxi e proponeva , con buoni ricavi, il proprio servizio a pagamento a chiunque lo richiedesse.
Il denaro, che guadagnava abbastanza facilmente, però, lo sperperava con altrettanta facilità.
Era quello che da noi si dice un libertino.
Tanto da ridursi, nel giro di poco tempo, a rischio di grossa povertà.
E, probabilmente, gli sarebbe accaduto anche il peggio.
Grazie ad un amico, che aveva intuito il precipizio in cui Grégoire sarebbe di lì a poco certamente sprofondato, senza l’aiuto di un qualcuno che gli avesse teso una mano ,con gli ultimi denari che gli erano rimasti, il “nostro” opta, appunto su suggerimento, per un viaggio a Gerusalemme.
E, da quel viaggio, rientra ( è miracolo!!!) completamente cambiato.
Non è accaduto niente ed è accaduto tutto.
Grégoire, nel corso di una celebrazione in una chiesa cattolica, ha ascoltato questa frase :”Ogni cristiano deve posare una pietra per costruire la Chiesa”.
Ci riflette a lungo. E ci ritorna poi spesso su.
Un giorno, proprio al rientro dal viaggio, mentre cammina in strada, si accorge di un uomo lacero e demente, che vaga senza meta.
Lo affianca e lo soccorre con acqua, cibo e vestiti.
Da quell’istante in avanti decide di occuparsi delle persone,che soffrono di disagi mentali e che sono oggetto di derisione e allontanamento da parte della comunità tutta.
Comunità che li considera, secondo antichi pregiudizi, colpiti da stregoneria.
Riunisce così, a poco a poco, andandole a cercare personalmente, queste persone disagiate,uomini e donne di ogni età, e con la parola confortevole e l’accoglienza amorevole mette in piedi un’associazione.
Associazione che, gradualmente, diviene poi un’associazione di natura caritativa, perché anche gli altri, gli indifferenti di prima, si accorgono della bontà dell’iniziativa.
Oggi Grégoire, che è anche padre di famiglia, continua sereno nel suo impegno dando amore a chi era considerato fino a poco tempo prima uno “scarto” d’esistenza.
E la sua testimonianza contagia gli altri.
E, inoltre, questo lo aiuta a mettere tra parentesi i suoi di problemi, che legge ormai molto marginali (la perdita dell’agiatezza di un tempo) e gli dà la giusta carica, semmai, per fare meglio e sempre di più nella famiglia “allargata” ,che ha messo in piedi e a cui tiene moltissimo, in cui tutti e ciascuno s’impegnano in reciprocità per il bene dell’altro, indipendentemente dai vincoli di “sangue” o di parentela.
Ed è cosa buona. Molto buona.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 26 dicembre a 16:40
E dopo le mie canzoni "cult"...buona lettura con la "storia" di Grégoire