Nel 1501 a Pavia una donna di 36 anni partorì un bambino. Chiara Micheria, così si chiamava, si era trasferita a Pavia da Milano per nascondere la sua gravidanza, fingendo di essere la governante di un suo padrino. Era infatti vedova e non si era risposata.
Il padre del bambino, a cui fu messo il nome di Girolamo, era Fazio Cardano, un medico e giureconsulto di 56 anni, originario di Cardano di Gallarate, appassionato di matematica e amico di Leonardo Da Vinci. Fazio indossava sempre un vestito rosso e un mantello nero. Aveva fama di mago e di alchimista, anche per la sua amicizia con un fabbro milanese, Galeazzo Rossi, che sapeva forgiare un acciaio straordinario che nessuno riusciva ad eguagliare.
Il bambino, cui fu dato il nome di Girolamo, si rivelò presto d’ingegno assai versatile, mostrando una vivace curiosità in molti campi. Imparò dal padre a leggere e scrivere, la matematica e "certe nozioni quasi occulte". La madre gli trasmise la passione per la musica. A sedici anni imparò a usare le armi, cavalcare, nuotare. Ed era abilissimo nel gioco delle carte, dei dadi e degli scacchi.
Nella sua autobiografia Cardano si definiva "mago, incantatore, spregiatore della religione e dedito ai piaceri più turpi". Di certo fu mago e scienziato, geniale matematico e astrologo ciarlatano, medico dei casi disperati e filosofo di libero pensiero. Conobbe scienziati, artisti e sovrani muovendosi attraverso l’Europa in quel secolo, il Cinquecento, che è noto come l’età dei maghi.
Come scienziato inventò la serratura a combinazione, la sospensione cardanica e il giunto cardanico che dal 1923 (con il modello Fiat Tipo 3) è utilizzato dall’industria automobilistica. Nel 1539 pubblicò il metodo per la risoluzione delle equazioni cubiche ottenendo enorme successo.
Come medico la sua fama crebbe a dismisura quando, chiamato in Scozia al capezzale del cardinale Hamilton che soffriva di asma, riuscì a guarirlo in breve tempo eliminando i cuscini di piume, la polvere a cui evidentemente era allergico e sottoponendolo ad una dieta opportuna.
Nel viaggio di ritorno si fermò a Londra, dove incontrò Shakespeare e suscitò profonda impressione sulla corte inglese. Tracciò anche l'oroscopo del giovane principe Edoardo VI, predicendogli una vita «ben più lunga della media dei suoi contemporanei». Cardano fece appena in tempo a rientrare in Italia quando fu raggiunto dalla notizia della morte di Edoardo. Coperto di ridicolo dagli avversari, si giustificò dicendo di aver sbagliato i calcoli, li rifece, e dimostrò che astrologicamente la data giusta della morte era… quella in cui era effettivamente avvenuta!
Cardano si appassionò anche di crittografia, inventando la “griglia cardanica”, che mise a disposizione degli agenti segreti di sua maestà, la regina Elisabetta I d’Inghilterra.
Il sistema è basato sull’uso di un foglio di carta con delle aperture. Con esso si scrive il vero messaggio su un foglio sottostante, riempiendo poi gli spazi vuoti con un testo innocuo. Se chi riceve la lettera dispone di una griglia identica a quella dello scrivente può facilmente leggere l’informativa.
Nella sua incessante attività si occupò anche di sogni. Nel 1562 pubblicò “I quattro libri che spiegano ogni genere di insonnia descritta nel libro di Sinesio sui sogni”. E fu proprio un sogno ad annunciargli l’inizio della sua tragedia che si consumò a Gallarate.
La moglie del primogenito di Cardano, che non aveva voluto accoglierla in casa perché apparteneva ad una famiglia di dubbia reputazione, rivelò che i due bambini erano figli di due suoi amanti e non del marito. Poco dopo morì, in circostanze misteriose. Il marito fu incarcerato per avvelenamento della moglie, processato, torturato e, nonostante la disperata difesa tentata da Girolamo, giustiziato. L’ira di Cardano contro i giudici fu terribile: una lunga serie di disgrazie li colpì uno ad uno, incluso il governatore. Caduto in disgrazia, Cardano fu arrestato, accusato di eresia, ma fu liberato grazie a potenti protettori tra cui lo stesso San Carlo Borromeo. Come se non bastasse, però, l’altro suo figlio, oppresso dai debiti di gioco, lo derubò.
Stanco e avvilito, Cardano predisse la propria morte, che sarebbe dovuta avvenire il 5 dicembre 1573. Ma anche questo oroscopo, come spesso gli era accaduto, fu un fiasco.
Morì a Roma il 20 settembre 1576 e poiché a Milano infuriava la peste venne sepolto provvisoriamente in S. Andrea a Roma. L’ubicazione della sua tomba definitiva è sempre rimasta avvolta nel mistero.
Da la bottega del mistero a Siamo in Onda su Puntoradio del 9.04.2011