Magazine Diario personale

Storia di una casa (#7)

Da Snake788

Storia di una casa (#7)

 

- 7 -

 

Lo stomaco pieno tenne finalmente a bada la fame per un po’. La pizza milanese, ovviamente, non era per nulla paragonabile a quella napoletana e col tempo compresi che dovevo abituarmi a quell’enorme differenza.
Ritornammo a casa. Di nuovo nella profumata cucina della signora Pina.
- Accomodati Ciro, arrivo subito… – si congedò la signora, lasciandomi in balia del marito silenzioso.
Per istinto seguii l’uomo che si stava dirigendo verso l’altra estremità della lunga sala rettangolare. C’erano due divani messi a formare un angolo. Mi sedetti sul primo che incontrai e puntellai con le mani il cuscino pensieroso. Alberto mi guardava. Sembrava cercasse uno stimolo, un input per cominciare un discorso. Così glielo diedi.
- Molto bello l’acquario. Posso guardare? –
- Certo! Son cinque anni che ce l’ho. Ogni tanto metto dentro un pescetto nuovo. Però sto attento che le razze combacino tra loro… non voglio rischiare che i nuovi pesci mangino quelli vecchi… –
- Interessante… –
Mi avvicinai all’acquario per guardarlo meglio. Era abbastanza grande. Un rettangolo di vetro, largo circa un metro. L’acqua limpida era illuminata da un timido neon bianco. I pesci colorati formavano piccoli branchi che s’intrecciavano tra loro.

- Vedo che ti piace l’acquario di Alberto! – disse Pina alle mie spalle sgranocchiando un biscotto.
- Si… davo uno sguardo… –
In mano aveva un cordless bianco. Me lo porse.
- Chiama il numero dell’annuncio… –
- Ma non è un po’ tardi? Saranno quasi le 10! –
- Chiama lo stesso! Qui al nord le persone vanno a letto tardi… –
- Se lo dice lei… –
Composi il numero titubante. Accostai la cornetta all’orecchio e sentii lo sguardo pesante di Pina proveniente dal divano. Detestavo sentirmi osservato, rovinava la mia concentrazione.
Parlai con Ines, la proprietaria dell’appartamento in questione. Mi spiegò tutte le condizioni con una chiarezza tale di chi fa l’affitta-camere da molti anni. Mi disse che la casa era vivibile per tre persone ma non le importava quante davvero che ne fossero all’interno, purché le venisse pagato l’affitto ogni mese. Pensai che avrei potuto benissimo prendere l’appartamento da solo e cominciare la mia vita milanese in santa pace. Purtroppo, quando mi disse che l’ammontare dell’affitto era di 1200€, il mio fantastico castello crollò su se stesso. Ringraziai la proprietaria per il tempo perso e mi scusai ancora per l’orario inusuale, poi attaccai. Guardai la signora Pina con dispiacere, sembrava che l’ennesimo muro mi fosse schiantato in faccia. Non pronunciò parola e questo destava sospetto in una persona logorroica come lei. Pensava. Deducevo dal suo silenzio che aveva ascoltato tutta la mia conversazione. Qualcosa le ronzava nella mente, quand’ecco che le sue labbra vibrarono:
- Ma il problema non è la casa… se mai un coinquilino giusto? –
- Certo… una ricerca ancora più difficile! –
- Mmm, fammi pensare… Ma certo! Come ho fatto a dimenticarmi di Francesco! Aspettami qui! Arrivo subito! Dove cavolo ho messo quel numero? – disse Pina finché la sua voce diventò quasi un borbottio per poi scomparire al piano di sopra.

 


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