Introduzione
Negli anni dell’università, divisi in lunghi mesi passati a ottenere una sudatissima laurea, condussi la mia vita in un piccolo ma discreto appartamento nella zona est di Milano. Il tempo, nonostante la sua estenuante lentezza, sembrò volare in un soffio; e la mia vita, come una piuma in assenza di vento, smise di volteggiare nell’aria e si poggiò al suolo. Un suolo fantastico e per anni solo sognato. Quella città tanto in vista e tanto in alto nelle cartine che da piccolo non riuscivo nemmeno a indicarla, ora era mia.
Non ho mai saputo se fosse stato un errore o meno sradicarmi dal suolo materno. Forse le cose sarebbero state diverse, ma di certo non avrei acquisito tutta quell’esperienza che ora mi permette di affermare di essere totalmente indipendente. E tutto grazie a un desiderio avverato: una nuova città e una nuova casa.
Ma non fu tutto rose e fiori. I periodi brutti e quelli belli si alternarono come i tasselli di una scacchiera. La vita mi riservò strane sorprese, a volte quasi incomprensibili. Sembrava che qualcuno stesse giocando con il mio destino; che volesse farmi tentennare sulle mie decisioni. Assurdo… ma sottilmente vero; e ve ne accorgerete leggendo questa storia. Una storia che racconta di una casa e tutto ciò che avvenne al suo interno negli anni a seguire. Una storia che non sconfinerà mai il portone d’ingresso. Perché attraversato il quale, tutto cambierebbe, gli orizzonti si allargherebbero e con essi la storia in sé perderebbe di significato.
Questo sarà il solo confine delle mie parole. Le mie frasi si fermeranno sulla soglia di un verde portone d’ingresso e non usciranno mai….
E perché uscire, se tutto quello di cui ho narrativamente bisogno è successo lì?