Qualche tempo fa ho visto un bando del comune per fare il mercatino di natale in una piccola cittadina di provincia. Mi sono detta "perché no? Potrei vendere i miei dolcetti". Ecco l'inizio di una storia la cui fine non è ancora nota. Dopo mille peripezie, il fatto che non avessi una ditta, i problemi di vendere alimenti, dove produrli etc.... ho concluso che dovevo provarci. Ho chiesto consiglio al commercialista che ha perso i capelli appena ha saputo delle mie intenzioni e mi ha PROIBITO di aprire una partita Iva per i giorni della vendita, l'Asl mi ha detto che il comune si sarebbe occupato di verificare gli adempimenti igienici del caso ed il comune non si è pronunciato sull'affare limitandosi ad accettare la mia domanda. Il succo è che non so ancora se la mia posizione sia legale...ma sono qui e nessuno (spero) mi schioda! Una volta ricevuto l'ok dagli enti pubblici mi sono trovata con una marea di cose da fare senza sapere da dove iniziare. Ho pensato che acquistare le confezioni poteva essere un'ottima idea, mi sono recata allo scatolificio Venezia, un posto spettacolare che vende ogni sorta di scatola di forme e colori meravigliosi, solo che ahimè...è solo per commercianti. Questo voleva dire tre cose: ci voleva una partita IVA, la somma minima di acquisto era 100 e le quantità erano da grossisti per centro commerciale. Io in fondo di cosa avevo bisogno? Di un centinaio di sacchetti di cellophane e delle scatole in plastica trasparenti per i miei amati macaron! Sono tornata a casa con trecentocinquanta sacchetti e ottanta metri di scatole per macaron con tappi per la modica cifra di 180 euro. Volevo suicidarmi!Mancavano ancora alcune cosucce come l'acquisto delle materie prime, il pacco clamoroso tirato dal gestore di un locale che mi aveva promesso di affittarmi la sua cucina e l'ideazione e stampa di etichette e qualnt'altro...to be continued
Qualche tempo fa ho visto un bando del comune per fare il mercatino di natale in una piccola cittadina di provincia. Mi sono detta "perché no? Potrei vendere i miei dolcetti". Ecco l'inizio di una storia la cui fine non è ancora nota. Dopo mille peripezie, il fatto che non avessi una ditta, i problemi di vendere alimenti, dove produrli etc.... ho concluso che dovevo provarci. Ho chiesto consiglio al commercialista che ha perso i capelli appena ha saputo delle mie intenzioni e mi ha PROIBITO di aprire una partita Iva per i giorni della vendita, l'Asl mi ha detto che il comune si sarebbe occupato di verificare gli adempimenti igienici del caso ed il comune non si è pronunciato sull'affare limitandosi ad accettare la mia domanda. Il succo è che non so ancora se la mia posizione sia legale...ma sono qui e nessuno (spero) mi schioda! Una volta ricevuto l'ok dagli enti pubblici mi sono trovata con una marea di cose da fare senza sapere da dove iniziare. Ho pensato che acquistare le confezioni poteva essere un'ottima idea, mi sono recata allo scatolificio Venezia, un posto spettacolare che vende ogni sorta di scatola di forme e colori meravigliosi, solo che ahimè...è solo per commercianti. Questo voleva dire tre cose: ci voleva una partita IVA, la somma minima di acquisto era 100 e le quantità erano da grossisti per centro commerciale. Io in fondo di cosa avevo bisogno? Di un centinaio di sacchetti di cellophane e delle scatole in plastica trasparenti per i miei amati macaron! Sono tornata a casa con trecentocinquanta sacchetti e ottanta metri di scatole per macaron con tappi per la modica cifra di 180 euro. Volevo suicidarmi!Mancavano ancora alcune cosucce come l'acquisto delle materie prime, il pacco clamoroso tirato dal gestore di un locale che mi aveva promesso di affittarmi la sua cucina e l'ideazione e stampa di etichette e qualnt'altro...to be continued
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