Nelle nostre “Storie di una fotografia” ci siamo spesso dedicati a immagini iconiche, capaci di segnare o rappresentare un’epoca o una situazione storica.
Oggi usciamo un po’ dal tracciato: l’immagine che state per visualizzare non è fra le più pubblicate negli ultimi anni, e a meritare la citazione è certamente più la storia del suo autore che quella della sua composizione.
Daniel Rodrigues è un giovane fotografo portoghese. Un reporter, una di quelle figure a metà fra il fotografo di cronaca e l’artista. Nel marzo del 2012 Daniel si trova in Guinea-Bissau: sta collaborando con una ONG in missione umanitaria, ma l’istinto e la passione lo portano comunque – nelle rare pause a sua disposizione – ad imbracciare la reflex e scattare. E fra le foto che scatta e che invia all’agenzia fotografica di cui fa parte c’è questa:
(c) Daniel Rodrigues
Il villaggio di Dulombi ospitava una base militare, che è stato convertito a uso civile. Uno dei campi di addestramento si presta perfettamente al gioco.
Quelli che osserviamo sono giovani del villaggio alle prese con lo sport più popolare del globo terrestre, e l’immagine ne spiega perfettamente il motivo: in qualunque luogo, basterà qualcosa di minimamente rimbalzante, due sassi a segnare una porta, ed è calcio. Il resto lo fa l’immaginazione: dribbli e ti immagini al Maracanà, tiri e vedi sollevare la Champions League, segni e quasi avverti l’urlo della folla. E’ una equazione magica, immediata, che vale ad ogni latitudine. Anche a Dulombi, Guinea-Bissau.
Daniel ha inviato la foto, ma una brutta notizia è all’orizzonte: dopo poche settimane l’agenzia fotografica taglia il suo contratto, e il giovane rientra in Portogallo.
Q: What happened when you returned to Portugal?
A. That October, I sold my camera, three lenses, a tripod, flash and backpack to a colleague.
tratto da una intervista a Rodrigues pubblicata su New York Times – http://lens.blogs.nytimes.com/2013/03/12/good-luck-and-good-light/?_php=true&_type=blogs&_r=0
Rodrigues spiega che c’erano le bollette da pagare e la sua attrezzatura fotografica viene venduta. Il nostro racconto sembra assumere i toni del dramma quando - colpo di scena – la foto che aveva scattato ai giovani sul campo di calcio vince il Primo Premio nella sezione “Daily Life” del World Press Photo.
La storia della vendita della sua reflex diviene di dominio pubblico, Canon (che sponsorizza il WPP) si muove immediatamente ed altrettanto fa una banca portoghese.
Daniel ha ripreso a fotografare, e per una volta abbiamo potuto accontare le polemiche che seguono, ogni dodici mesi, le attribuzioni dei premi WPP.