Quando ero piccolo, a me lo hanno detto. Vado a memoria, ma credo sia stato mio padre, che dei due genitori era quello con un po’ più di frequentazione delle divise. Vivevo nella ridente cittadina di Monfalcone, e come in tutte le province italiane dei primi anni ‘80 la garanzia di sicurezza dei minori era affidata a quella rete di genitori e adulti del “ci conosciamo tutti e ci preoccupiamo dei figli di tutti come fossero i nostri”. Gli stessi che una decina di anni dopo avrebbero fatto la spia sulla prima sigaretta fumata al parco, resa nota ai miei prima ancora che arrivassi al filtro. Ma è un’altra storia.
Ma la rete protettiva poteva non essere sufficiente, e quindi: “Se sei da solo e hai paura di qualcuno o qualcosa, cerca un poliziotto e fatti aiutare”.
E’ una frase semplice, forse anche banale, e probabilmente mi ha aiutato a percepire le forze dell’ordine in modo sano.
Ora, immaginate la scena: una pattuglia della polizia americana sta svolgendo un servizio di prevenzione dal vandalismo e dal bullismo in un quartiere non troppo semplice, che aveva vissuto nel recente passato diverse aggressioni agli studenti di una scuola elementare.
Un bambino si avvicina ad un poliziotto, e gli dice: “La mamma mi ha detto che quando ho bisogno di aiuto posso rivolgermi alla polizia. E’ vero?”
“Certo che è vero”
“Non so come allacciarmi la scarpa”
Sarà che ritorno un po’ indietro con la memoria, sarà il contrasto fra l’anziano e il giovanissimo, sarà la faccia del bambino che è pura bellezza, ma questa immagine mi commuove sempre un po’. E volevo condividerla con tutti.