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Storia di una fotografia: la maledizione dei Chicago Cubs

Creato il 02 febbraio 2012 da Masedomani @ma_se_domani

Chicago, stadio Wrigley Field. Sezione 4, fila 8, posto n. 113. Quella che oggi è una seggiola fotografatissima, fu teatro il 14 ottobre del 2003 del peggior disastro sportivo che un tifoso possa immaginare: nuocere alla propria squadra del cuore.

Il seconda base dei Mariners Luis Castillo ha appena colpito una pallina in una partita che i padroni di casa, i Chicago Cubs, stanno agevolmente conducendo. Per la storica franchigia dell’Illinois si prospetta l’accesso alle Finali per la prima volta dal 1945, un evento che la città e i supporter attendono come la venuta del Messia. Lo sa bene anche Moises Alou, esterno dei Cubs, mentre segue con gli occhi quel puntino bianco, retrocedendo per cercare la presa al volo che eliminerebbe l’avversario e porterebbe un ulteriore tassello nel mosaico della vittoria. Ma proprio mentre il guantone sta per chiudersi sulla pallina, succede qualcosa…

Storia di una fotografia: la maledizione dei Chicago Cubs

Steve Bartman, innamorato dei Cubs, ha seguito lo stesso volo con sentimenti contrastanti. Da una parte si tratta pur sempre di un punto in arrivo per gli avversari, ma quella pallina sembra proprio volare verso di lui e recuperarla – come si fa in ogni stadio americano in occasione di un home run – gli regalerebbe una gran bella storia da raccontare agli amici e un bel cimelio da conservare in casa. Allunga il braccio quasi istintivamente e in un attimo diventa il peggior tifoso della storia: nessuna eliminazione del battitore, punto per i Mariners, e al riprendere del gioco Chicago sbanda, subisce otto punti di fila e perde 8-3. Sarà eliminata in gara sette, il giorno successivo.

Vista la furia montante della folla di tifosi, Steve fu accompagnato fuori dalla stadio dalla sicurezza. Nei giorni successivi sei macchine della polizia stazionarono nei pressi della sua abitazione, e il Governatore dell’Illinois fu costretto a suggerire che al giovane fosse consentito l’acceso al programma di protezione dei testimoni nei processi contro la criminalità organizzata. Fortunatamente con il passare del tempo l’attenzione verso lo sfortunato tifoso scemò, anche grazie all’intelligenza di Steve che declinò inviti a comparire in televisione, destinò ad una associazione benefica tutti i regali ricevuti dai tifosi dei Mariners (!) e giunse a rifiutare 25.000 dollari offerti da una associazione di collezionisti per autografare una foto del suo misfatto.

La storia non può certo finire qui, siamo pur sempre negli U.S.A. e si sa che in queste cose gli americani bagnano il naso a tutti. Manca un finale con i botti, ed eccolo qui: la pallina era stata raccolta da un avvocato di Chicago e venne venduta ad un asta nel 2003 per più di 113.000 dollari. Vi aspettereste la sua esposizione in un Museo dello Sport o nella casa di qualche eccentrico miliardario, e invece no. Quella palla fu fatta de-to-na-re dall’esperto di effetti speciali Michael Lantieri ed i suoi resti fatti bollire, triturati, sminuzzati e infine serviti in un sugo per la pasta.

L’asta era stata infatti vinta dall’Harry Caray’s Restaurant Group. Inutile sottolineare che, dopo una carriera da celebre e celebrato giornalista sportivo, Harry Caray aveva chiuso la sua storia proprio come speaker degli stessi Chicago Cubs…

Storia di una fotografia: la maledizione dei Chicago Cubs

La pallina messa all'asta...

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... ed una parodia dell'episodio ne "I Griffin"


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