Ieri al Salone del Libro Usato, ho incontrato il mio amico Giuseppe D'Ambrosio Angelillo con i suoi bellissimi libri Acquaviva. Credo davvero sia stato lo stand migliore di tutti i due padiglioni visitati per l'ordine e la bellezza dei suoi manufatti, sì, sì, proprio manufatti, perché questi libri sono speciali, curati a mano nella grafica e nelle copertine, con l'amore di chi ama davvero la letteratura. Tutti insieme questi libri sono ancora più belli: ognuno è un dono prezioso.
Storia di una gallina è un racconto di Natale di Emilio De Marchi, autore milanese della seconda metà dell'Ottocento. E' un racconto che appartiene alle Vecchie Storie dell'autore, inventore del romanzo noir in Italia con il suo Cappello del prete del 1888. CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE...
Come potete vedere dall'immagine, già la bellissima copertina dell'edizione Acquaviva accompagna nel contesto del racconto. I protagonisti sono due poveri contadini, marito e moglie, Paolino e Brigida, che decidono di allevare una bella gallinella per mangiarsela a Natale.
"Dopo l'esperienza fatta negli annipassati e sempre in loro danno, i nostri buonivecchietti eran venuti entrambi del parere di allevare in casa una gallinetta, per vederlacrescere sotto i loro sguardi all'avvicinarsi di queste ultimefeste dell'anno, togliendo così il pericolo, tanto comuneoggidì, di dovermangiare una cosa per l'altra o fors'anche una porcheria."
Questa storia mi è piaciuta perché è ambientata in un contesto popolare, genuino e lontano, il contesto adatto per una fiaba di Natale che si rispetti. Mi ha colpito molto apprendere da questa storia che, già ai tempi dei due contadini, presumibilmente a fine Ottocento, vi fosse il pericolo di mangiare una cosa per l'altra, come d'altronde capita ancora, e forse ancora di più, ai giorni nostri.
"La lepre è gatto, il bue è cavallo, e così via il vino è aceto, l'aceto è veleno; non c'è speranza che nel tempo, quando, cioè, le cose saranno diventate così naturalmentefalse, che per cambiare torneranno quelle di prima."
L'ironia di De Marchi si sposa alla capacità di creare, con poche pennellate di parole, le quattro mura della parca vita dei due anziani contadini, una vita di bontà e solidarietà umana e animale, nonostante la povertà.
Questa storia è un balsamo leggero al nostro tempo di crisi, non perdetevela, mi raccomando!
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