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Storia di una radiocronaca vergognosa

Creato il 17 dicembre 2013 da Elianigris @EliaFNigris

Ieri si è giocata Milan-Roma. La partita è finita 2-2, un risultato che non serve a nessuna delle squadre, e Gabriel ha giocato una pessima partita.
Questo, purtroppo, è tutto quello che so.

Ieri, infatti, avevo un esame, alle 6.20 pm, ora di New York. Ho deciso in anticipo che non avrei visto la partita e avrei ripassato tutto il giorno. Ho anche lasciato il computer a casa, cosicché non mi potessero venire strane tentazioni di streaming, e fino alla fine del primo tempo ho resistito nel mio intento di ripassare.

Poi, mi è venuto in mente che avrei potuto ascoltare la partita alla radio, dal cellulare.

Non ho resistito: ho cercato Radio Rai 1 e mi sono messo all’ascolto. Sapete cosa vi dico? Che è una vera vergogna.
La qualità della radiocronaca era davvero pessima.
Voi direte che scopro l’acqua calda, che sappiamo tutti che la Rai, che pure spende milioni di euro tecnicamente pubblici per accaparrarsi i diritti delle partite della nazionale di calcio in televisione e i diritti radiofonici di serie A e Champions League, offre al consumatore un prodotto scadente, ma c’è sempre un limite oltre il quale sarebbe giusto dire basta.

E mi spiace. Mi spiace perché a differenza del commento, specie quello tecnico, delle partite trasmesse in televisione della nazionale di calcio, la qualità media delle radiocronache era rimasta perlomeno accettabile, o forse è sempre stata così e io me ne accorgo solo ora. Comunque ieri, per Milan-Roma, era scadente, a dir poco.

Cosa intendo? Vi faccio degli esempi. Per cercare di rendere la cosa più moderna la Rai ha introdotto il commento tecnico anche alla radio. Le voci, ora, sono due e non più una sola (magari questa “novità” c’e` da dieci anni e io era dieci anni che non ascoltavo una partita alla radio). Sarebbe un miglioramento del prodotto, se solo sapessero come gestire questa seconda voce. Ora, al di là del fatto che la voce del commento tecnico sembrava ubriaca, in quanto spesso il commentatore, di cui confesso di non ricordare il nome, biascicava, non scandendo bene le parole, costui interveniva in continuazione, alternandosi spessissimo alla prima voce (non commento neanche la qualità degli interventi, perché sono gusti personali). Il problema è che se questo è ammissibile in televisione, perché anche se non viene descritto ogni singolo evento della partita vi sono le immagini che suppliscono ad esso, questo comportamento durante una radiocronaca non è efficace perchè si perde il filo di quello che sta succedendo; spesso mentre la seconda voce cercava di mettere insieme delle frasi di senso compiuto, impresa non facile, vi assicuro, peraltro intervallata da lunghi e interminabili ehhhh…, si sentivano dallo stadio boati e reazioni a quello che succedeva in campo, eventi ovviamente non descritti perché ci veniva data l’opinione del tale in questione sullo stile di gioco di questo o quello o su chissà quale altra cosa che non era comunque fondamentale. Risultato: della partita non si capiva nulla.

E questo perché anche la prima voce non era da meno. Confuso e spesso dedito a raccontare storie sulla vita dei calciatori, partite passate, dettagli insignificanti e così via, il professionista in questione spesso si dimenticava di descrivere la partita, anche quando la seconda voce riusciva stranamente a tacere.
Così, per esempio, ad un certo punto annunciano che il Milan guadagna un calcio d’angolo, ma il duo, prima della battuta, inizia a parlare di Florenzi, “che sta per entrare”, “ma forse si rimette la casacca”, “ma Rudy Garcia gli sta dando le ultime indicazioni” e così, quando finalmente si torna alla partita, la Roma batte una rimessa laterale nella metà campo del Milan: di quel corner nessuna traccia.
Ma gli strafalcioni non sono certo finiti, al posto che descrivere precisamente quanto successo in situazioni dubbie dal punto di vista arbitrale, si affrettano a ripetere, almeno cinque volte, solo nella seconda frazione di gioco, che “ne parlerà poi Filippo Grassia alla moviola”, “che salutano Filippo Grassia”, “che Filippo Grassia avrà un sacco di materiale di cui parlare” e così via, tutto mentre l’ascoltatore non solo non capisce nulla di quanto sia successo, ma, a causa di questi continui e lunghi rimandi alla moviola post-partita, si è pure perso anche le due azioni successive, certificate dai boati del pubblico in sottofondo.
E poi ci sono le situazioni di gioco confuse che non riescono proprio a descrivere, non vi è alcuna menzione del fatto che Emauelson si è fatto male al braccio, mentre loro parlano solo di un “pugno in testa”, c’è il fatto che si accorgono che sta giocando Gabriel al posto di Abbiati solo dopo 5 minuti del secondo tempo (ok, la colpa è anche della regia), ci sono cartellini sventolati non si sa a chi (“Kakà”, “ma forse anche Bradley”, “ma forse Allegri non c’è più, allora è stato espulso”, “forse è stato ammonito anche Montolivo”).

Fare le radiocronache sportive non è facile. Anzi è molto difficile. Fare le radiocronache in due di uno sport veloce come il calcio, senza molte pause, è ancora più difficile. Lo capisco. Ma per questo vanno assunti dei professionisti. Ascoltare una partita alla radio così è assolutamente inutile. Non si capisce nulla. E va bene che io sono esigente, e va bene che io sono quello che impreca contro la regia di Sky che ti fa vedere 8 volte lo stesso replay mentre in campo il gioco è ripreso o che si arrabbia quando indugiano sui primi piani di allenatori, dirigenti e così via mentre in campo stanno “succedendo cose”, ma davvero, al posto di questa radiocronaca, tanto vale leggere il feed live sul sito della Gazzetta, almeno lì parlano di quello che succede in campo.

La Rai ha il dovere di fare un prodotto di qualità: altrimenti risparmino sui diritti radiofonici e lascino l’onere a chi è più bravo di loro.


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