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Storia di una violinista

Creato il 19 maggio 2010 da Musicamore @AAtzori

In questi tempi di manifestazioni contro il decreto Bondi, diverse persone che non frequentano i teatri mi domandano come nasce il mestiere di musicista orchestrale, artista del coro,pianista,  direttore ecc.donatella

Ebbene oggi pubblico la storia di una collega: Donatella Carta,  violinista dell’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari .

Ho scelto di studiare il violino quando ero una bambina, nessuna imposizione, solo libera scelta. Sono cresciuta a “pane e musica”, mia nonna cantante lirica, mia madre pianista…le bellissime serate ad ascoltare mia nonna accompagnata al piano da mia madre. E la collezione di dischi da 400 lire che c’era nella nostra… casa..in quella collezione i concerti di Paganini, le quattro stagioni di Vivaldi…respiravamo musica io e mio fratello mentre disegnavamo o studiavamo. Momenti lieti pieni d’arte e cultura..Così decisi di voler studiare il violino, quello strumento che sentivo nei dischi, dal quale usciva quella meravigliosa musica. La prima volta che vidi un violino fu alla prima lezione…era bellissimo, quella forma, quel colore..ciò che usciva da quel pezzettino di legno così fragile, era magico! la mia vita non è stata semplice e chi mi conosce bene lo sa. In una scuola di ragazzi più o meno benestanti e comunque senza problemi finanziari, io figlia di un operaio e di un’insegnante..4 bocche da sfamare e una madre forte come la roccia. La scuola media del conservatorio remava contro i maestri di strumento..contro la musica. Io, considerata sempre poco intelligente e con grossi problemi di apprendimento, arrancavo dietro ai miei compagni tanto da essere bocciata in terza media, seppur assistita a tempo pieno da un’insegnante privata. A 11 anni il mio maestro mi portò ad un concerto al teatro massimo, ancora non avevamo un auditorium. Fu quel giorno che rimasi folgorata dall’orchestra e dal solista ( Uto Ughi) e fu quel giorno che, rientrata a casa dissi a mia madre: mamma, io voglio suonare in orchestra! Questo è sempre stato il mio grande sogno, nessuna velleità concertistica, solo immergermi in quell’uno che è la musica sinfonica. Danzare con tanti musicisti, aldilà dell’amicizia e della classe sociale o culturale, dell’età.. fuori dalle convenzioni del quotidiano. E’ stata dura arrivare a fare la mia professione, sempre ostacolata da qualcuno, in primis il mio maestro che considerava il mio modo di suonare troppo “enfatico”. Non ho mai smesso di credere in me stessa e nel mio grande sogno. Io questo mestiere l’avrei anche fatto gratis..ed è pure successo questo. A volte ho lavorato gratis pur di non perdere le prove..mai lamentata! Quando mi hanno comunicato la stabilità sono rimasta quasi male, volevo confrontarmi con chi, fino ad allora, mi era sempre passato davanti alle audizioni o addirittura idoneo contro la mia non-idoneità. Pazienza, questa soddisfazione non me la sono levata, ma sono ancora qui! E dall’ultimo leggio dei secondi, senza mai chieder niente a nessuno e senza mai scendere a “compromessi”, sono arrivata ad essere stimata da molti..ovviamente non da tutti, ma questo sarebbe impossibile. Negli anni ho sempre pensato a cosa avrei fatto da grande, mi sembrava un sogno che questo fosse davvero il mio lavoro, seppure stabile. Ora arriva il decreto Bondi che mi da una sberla e mi ricorda che la cultura, l’arte in generale, non è un lavoro bensì un privilegio. E’ vero, sono privilegiata perchè faccio una cosa che adoro e chiedo scusa ai “signori” della politica se loro non hanno avuto altrettanta fortuna e sono accecati dalle loro frustrazioni di piccoli uomini borghesi senza cultura…ma col potere! Ciò che governa il mondo sono i soldi, solo il vile danaro. Non c’è più spazio per i sogni, solo cruda realtà. Lavoriamo duramente e la domenica, quando i comuni mortali si riposano, noi dobbiamo stare tappati in casa a studiare per il giorno dopo..o solo per noi stessi! Ma questo non viene considerato un lavoro! succede perchè nella coscienza collettiva la parola lavoro è associata a noia, fatica, preoccupazioni, tempo rubato alla propria vita. Per noi invece è una cosa meravigliosa, zero noia, si..fatica ma ricompensata dai progressi tempo dedicato con amore allo strumento. cosa vorrei da questa vita?suonare il violino e non sentirmi vessata dal governo e dall’informazione ( ops..scusate, disinformazione), vivere come piace a me..perchè questa è la mia vita!


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