Per passare i fiumi non c'erano ponti.
Non c'erano sentieri per salire sui monti.
Ti volevi sedere? Neanche l'ombra di un panchetto.
Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto.
Per non pungersi i piedi, né scarpe nè stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.
Per fare una partita non c'erano palloni: mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni,
anzi a guardare bene mancava anche la pasta.
Non c'era nulla di niente.
Zero via zero, e basta.
C'erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare, e agli errori più grossi si poté rimediare.
Da correggere però ne restano ancora tanti:
rimboccatevi le maniche, c'è lavoro per tutti quanti!
Tratto da "Favole al telefono" Gianni Rodari Einaudi Ragazzi
Una sera, era tardi, la bimba doveva essere già a letto da un pò, però come al solito mi chiede: "dai mamma leggimi un a storia, una sola, ti pregooo".
Quindi mi tocca, anche perchè spesso e volentieri non so dire di no.
Allora la condizione fu: "va bene purchè sia una corta".
E allora ancora, mi metto a spulciare fra le pagine dei sette, otto libretti che di solito prendiamo in biblioteca.
E così salta fuori questa.
Non la conoscevo e appena finita sono rimasta li in silenzio, una rilettura veloce a mente.
Però, poi, non c'è stato tanto spazio, tante riflessioni, e discussioni, era tardi, era ora di dormire e c'era qualcuno che non ne voleva sapere, ne voleva ancora, di storie.
Però mi è rimasta in mente e l'ho voluta riportare qui.
E a voi piace?
A cosa avete pensato appena l'avete letta?
Secondo me offre un sacco di spunti!