L'odore è quello di una giornata qualsiasi, una sveglia improvvisa alle 6 di mattina: Rhené che miagola dal giardino, qualcuno l'avrà fatto uscire e ora elemosina di entrare: entra, ho sonno!
Il corridoio è ancora caldo dell'afa che ha bruciato la notte, la luce è ancora pallida di sonno, è una steppa brulla di colore che attraversa le finestre, lambisce le pareti. Un lamento: mia mamma è sveglia, seduta in cucina ed appoggiata al tavolo si accarezza la schiena che scricchiola sotto il suo corpo florido, tondo, di mamma. Ha una vestaglia bianca di cotone pulito, di quelle che per anni hanno vissuto solo l'oscurità di una madia in quanto colpevoli di essere cure preziose di nonne per le figlie, regali sacri come reliquie da indossare con discrezione.
"Buon compleanno"... un corpo di madre si squarcia in un sorriso, è una falda che le attraversa tutte le rughe.. mio papà è nel bagno... i rumori si stemperano sotto l'acqua di un rubinetto aperto, i palmi delle mani sul volto scuotono via gli ultimi scampoli di una notte morta, come sempre, sul viso... due baci, un abbraccio... un giorno comincia nell'augurio.
Beniamino era nel letto accanto al mio, il volto sereno, le labbra leggermente dischiuse... la fronte d'alabastro madida di sudore... le coperte spazzate in basso, in un angolo: devo ricordarmi di baciarlo prima di rimettermi a letto.
E' tutto li, ho avuto la fortuna di sorprenderli... nel sonno, nell'attesa, nell'avvolgimento di quei momenti che procedono dal sogno ancora vivo alla presa di coscienza... quando tu sei ancora nudo, messo a nudo, e la tua voce non ha forza, non ancora, di raccontare tutto ciò che nella notte ti ha attraversato: la fortuna di poter vivere ancora i gesti di tua madre, i racconti di tuo padre, le storie del suo orto, la sua vita, l'amore e il calore del tuo compagno, l'affetto e il timore del tuo gatto che si fida solo di te.
Che caldo, sei e cinque minuti, sono nuovamente appicciato su queste lenzuola, Rhenè è già a pancia in su vicino i miei piedi: è il mio 28esimo compleanno. "Auguri amore": Beniamino mi ha guardato, mi ha sorriso, si è girato... aveva un sapore di buono.