Folle oceaniche. Serpentoni umani che riversano entusiasmo nelle strade e negli stand. Sono ragazzi in jeans. Signore eleganti. Gente che si sforza di incarnare in eccessi lo stereotipo di intellettuale. In mezzo a loro, pennellate di giallo. La divisa dello staff, il colore del logo. Attorno, vetrine curatissime s'addobbano a tema. Una pagina stampata appesa tra i gioielli. Una pila di volumi impolverati che si incastra tra i maglioni. Una citazione letteraria stampata sulla maglietta, magari, perchè no?
La ragazza, gentile in modo emozionante nel micro-mondo burbero delle commesse d'oggi, mi cede un biglietto da visita col suo contatto Facebook. E, non appena esco da lì, ho in testa un'altra idea. Del tipo che mi piacerebbe mettere sù un negozio del genere, però in versione spagnola. Ve l'immaginate? Avrei il pretesto perfetto per viaggiare in Spagna a ritmi regolari, e appagherei me stessa – oltre a buona parte dei miei lettori – con un rifornimento misto di cd, libri in lingua originale, bottigliette di colacao, tinto de verano Sandevid, fiori per capelli e abbigliamento flamenco il più possibile low cost. Forse arricchirei l'offerta di maglie mala mujer o callate la boca, e accetterei richieste per ordinazioni su misura. Sarebbe un piccolo Paradiso per filo-ispanici. Un piccolo Paradiso per me. Peccato che pochi metri più in là, di fronte a Coin, l'originale “mostra di follia burocratica” allestita in modo egregio da un cittadino qualunque basti a farmi passare tutta la buona volontà. E proprio mentre sono già passata ad arredare nella testa il mio fantomatico esercizio commerciale. In un moto di protesta tanto originale quanto efficace, il cittadino in questione ha esposto gli atti notarili, le pratiche, i pagamenti e i documenti che gli sono stati richiesti negli anni per poter avviare la sua onesta attività. Ostacoli che farebbero passare a chiunque la voglia di mettersi in proprio. Disgusto tutto italico. Per l'appunto, follia. Fortuna che di idee ne ho tante, ed archiviarne una – poi, del tutto scapestrata- non fa così male. 'Somma, dimentico in fretta. Specie quando trovo un negozietto di dischi old-style, e scelgo (capirete!) di passarci la mezz'ora successiva. Dentro, il proprietario sta appassionatamente riassumendo la trama di Dawson's Creek ad un signore che non vedo in faccia. “Sono le storie di questi ragazzi adolescenti” - sta dicendo - “Che vivono in un posto che si chiama Dawson o una roba così, da lì il nome della serie”. Mi viene l'impulso di interrompere urlando: “Nooo, Dawson è il nome del protagonista!”, ma vengo distratta dall'apparizione di un nuovo album de Il Nucleo. Cioè, Il Nucleo, ci rendiamo conto? Sono ancora vivi? Cos'era che cantavano, aspè...?! Lo shock è tale che mi perdo buona parte dello sviluppo successivo della trama. Quando mi sincronizzo di nuovo sui discorsi del proprietario, sta passando in rassegna i protagonisti: “C'è la bionda un po' facilotta, la morettina che sta con uno del gruppo, l'amico simpaticone...”Beh, devo dire che sta rimediando bene alla gaffe dell'inizio, però. Bravo. Bella sintesi. Quasi quasi applaudo. Anche il signore (di cui continuo a non vedere la faccia), in effetti, sembra convinto. “Ma quindi dice che come regalo per una ragazzina può andar bene?”“Sì, se non l'ha vista senz'altro...è stata una serie cult negli anni '90, la guardavano tutti!”.
Nel frattempo, un tizio al mio fianco fa il figo con un gruppo di amici parlando di Glam Rock e tramonto psichedelico, per passare conseguentemente all'elencazione di tutt'una serie di band dai nomi improbabili che “non si conoscono tanto, però...”. Non che i suoi interlocutori sembrino particolarmente interessati, ma tant'è. Poi qualcuno mi suggerisce di “provare a guardare nel reparto musica internazionale, con la lettera M”. Ed io mi giro con aria perplessa chiedendo sinceramente smarrita: “Perchè? Chi è che ha il cognome che inizia per M?”. Il tutto dopo avervi stressato per una settimana almeno con una serie infinita di post monotematici. Parliamone.Alla fine compro Fabrizio Moro e i Negrita . Ovvero, niente più e niente meno di quel che ero venuta a cercare. Guarda caso, sono anche in perfetto ordine alfabetico. Sul bancone, accanto alla cassa, c'è una copia del cd di Tony Bennet. Quel cd, voglio dire. Con quel cognome che inizia per M ben evidente sulla copertina. Mi viene da ridere. Ma un sacco, proprio.
Non so com'è, ma se si tratta di musica (e di libri!) anche spender soldi mi mette di buon umore.