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Storie d'Africa / Le due sorelle / Racconto Igbo

Creato il 31 luglio 2011 da Marianna06

Molto tempo fa, in un villaggio africano, viveva una famiglia che aveva solo due figlie femmine.

I loro nomi erano rispettivamente Omelumma e Omelukpagham.

Come a tutti i bambini i genitori, quando si allontanavano per andare a fare il mercato,raccomandavano diverse precauzioni : non accendere,ad esempio, un grande fuoco, non fare troppo rumore nel pestare il grano con il pestello nel mortaio e, sopratutto, non andare a giocare fuori con gli altri bambini.

Tutto questo perché si diceva in giro di terribili animali di terra e di mare, che rapivano i bambini.

Ovviamente le protagoniste della nostra  storia, come tutti i bambini disobbedienti, fecero orecchie da mercante.

Ed accadde effettivamente che, in assenza dei genitori, giocando all'aperto e molto lontano da casa, le due sorelle fossero rapite appunto ,rispettivamente , una dal "mostro" di terra e l'altra dal "mostro" di mare.

La prima, Omelumma, fu subito venduta al mercato ad un giovane,che però se ne innammorò  e la sposo.

La seconda, Omelukpagham, venduta anch'essa al mercato, cambiò invece continuamente padrone.

E ogni volta per lei le cose andavano sempre di male in peggio.

In ogni casa veniva maltrattata, picchiata e nessuno ascoltava mai le sue ragioni o asciugava le sue lacrime.

Fino a quando, di peregrinazione in peregrinazione, finì proprio nella casa di Omelumma come serva.

Omelumma tuttavia non la riconobbe. E le affidò invece il suo bambino in custodia durante le sue numerose assenze, quando lei si allontanava per andare, appunto, a fare mercato.

Il bambino era molto monello e piagnucolone e non sempre Omelukpagham riusciva a fargli fare da bravo.

E per giunta, al rientro della madre, doveva sorbirsi aspri rimproveri e minacce di punizioni per non aver saputo gestire la situazione.

Un giorno però accadde che Omelukpagham, per fare addormentare il piccolo, gli cantasse una melodiosa "ninna nanna".

La stessa che la loro mamma cantava a lei e a Omelumma, da piccine, per farle addormentare.

Ad ascoltarla si trovò, per caso, un'anziana donna, che comprese tutto e subito.

E andò da Omelumma a riferire.

Il riconoscimento delle due sorelle avvenne,  dopo anni e anni trascorsi l'una lontana dall'altra, tra abbracci e lacrime di gioia.

E per Omelukpagham le tribolazioni ebbero, finalmente, termine.

Ma non solo...a nessuna delle due venne mai più in mente di maltrattare una serva.

E l'insegnamento di fondo per il bimbo di Omelumma, che nel frattempo cresceva e cresceva tanto da divenire sul serio un piccolo ometto giudizioso, fu quello  di non disobbedire mai  ai propri genitori per nessuna ragione al mondo.

Pena.... gli inconvenienti più duri e inaspettati.

 

   tratto e liberamente adattato da "Leggende della Madre Africa"/ Arcana Edtrice (MI)

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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