Magazine Fotografia
Oggivoglio farvi conoscere un vecchio lavoro a cui sono molto legato,“Storie di case” 1986/1987.E'stato il mio primo lavoro ideato e realizzato come progetto compostoda più immagini a formare un portfolio. Lavoro che a riscossoconsensi e considerazione, dandomi la grandissima soddisfazione diessere pubblicato dalla rivista “Fotopratica”, questo èl'articolo che scrisse Angelo Cozzi: Fotopratica (Novembre 1987) …Zzaven ha cominciato a fotografare circa tre anni fa e subito lohanno attratto le linee, i parallelismi e tutto ciò che digiometrico c’è nella scena. Ho ammirato molte sue foto e sia cheil soggetto fosse una casa, un volto, un campo arato sempre emergequel particolare che relazionato al formato rettangolare delfotogramma dà il massimo in termini di semplicità, armonia etensione “cinetico-visiva”. E’ per “tensione cinetico-visiva”nelle foto di Zzaven s’intende l’energia potenziale visivaposseduta dal punto di maggiore interesse all’interno della scenainquadrata in relazione ai margini dell’inquadratura o a altripunti di interesse della stessa scena. “Io vengo dalla campagna eabito in città solo da pochi anni: ho vissuto fra campagne ondulate,tra alberi e casette con il solo piano terra e fra gente che vivevail suo rapporto con la casa, con il terreno, con le cose in genere inmodo epidermico. Forse tutto ciò ha influito sul mio modo di vederequesti palazzi, radicalizzando le linee nette e la giometricità giàesistente in essi, evidenziando i disegni e le colorazioni murali.Evidenziare questi aspetti per me significa rendere meno leggibile laloro funzione essenziale, cioè, renderle sempre meno case, in quantolontane dall’idea di casa così come io la intendo.