Il 21 dicembre segnava il solstizio di inverno. Era il giorno più breve dell’anno. Un’alba rossastra divorò voracemente l’oscurità del crepuscolo, illuminando i volti dei pochi passanti su per il corso principale della città. I pali dell’illuminazione natalizia si susseguivano regolarmente su entrambi i marciapiedi, sostenendo all’unisono il loro fardello composto da una infinità di lampadine disposte a forma di stella cometa.
È un brano tratto da Bootstrap! e altri racconti, una delle mie trilogie pubblicate nel 2013 (sono tre per la precisione, quindi nove racconti).
Il protagonista è Rudi, un fisico teorico che lavora presso il distaccamento del Dipartimento della Difesa in una piccola città di provincia bagnata dal mare. La localizzazione geografica non è immediata, anche perchè in Italia non esiste il Dipartimento della Difesa; si tratta infatti di una tipica denominazione USA. Il brano seguente (tratto dalla prima trilogia, Codice Rishi) fornisce, comunque, un'idea della location:
Si avviarono verso il bar che si affacciava sulla strada di fronte. Si chiamava “Albatros” ed era il bar di una vecchia stazione ferroviaria dismessa da tempo. Era diventato il punto di ritrovo dei dipendenti della sezione distaccata del Dipartimento della difesa che sorgeva nel centro città, in una zona un tempo sede di una fabbrica di vetri. Adesso, i suoi uffici e laboratori si annidavano attorno all'alta ciminiera, unica superstite della vecchia vetreria.
Ecco, abbiamo una vecchia fabbrica di vetri e un bar. Rudi e i suoi colleghi frequentano quel bar che rappresenta, per così dire, un'interfaccia tra il gruppo di fisici e gli abitanti della cittadina... Tutto ciò darà luogo a storie assolutamente non banali:
«La città è nel terrore» disse Renato. Erano tutti riuniti all’Albatros.
La porta del bar si aprì per poi richiudersi. Rudi era appena entrato. Si voltarono tutti e un silenzio di tomba calò nel bar. Con il volto emaciato e la barba incolta, sembrava invecchiato di dieci anni. Marika lo guardava fisso. Quasi non lo riconosceva e per un istante provò un senso di compassione. Si ricordò del periodo felice in cui loro due erano amici. Sembrava passata una vita. Una triviale questione di gelosia aveva innalzato una barriera. Una gelosia che aveva devastato la mente del giovane fisico alla stregua di un virus che distrugge un sistema informatico. Tuttavia, in quel clima di terrore che li avrebbe portati tutti a una morte certa, lui rappresentava una possibile ancora di salvezza. Forse era scritta da qualche parte la soluzione a quel preludio di apocalisse, e lui l’avrebbe trovata.
Si avvicinò a Rudi e sussurrò…
«Cosa sta succedendo?»
Rudi si girò e guardò la ragazza. Stava per rispondere, quando la porta sibilò di nuovo. Era il nerd piagnucoloso.
«È l’Apocalisse!» sentenziò, salendo su un tavolino sotto lo sguardo atterrito dei presenti.
«Saremo condannati tutti! Ed è colpa sua!» aggiunse, indicando Rudi.
Gli astanti si voltarono istantaneamente verso Rudi.
«È lui che ha destato i démoni dell’universo, ideando quel terribile esperimento».
«Basta!» esplose Rudi, avvicinandosi.
«Sta lontano da me!» replicò il nerd, facendo scattare un coltello a serramanico.
Gli altri indietreggiarono, mentre il nerd brandiva l’arma.
E la porta sibilò di nuovo. In silenzio gli altri nerds fecero il loro ingresso nel bar. Erano ventidue. Questa volta non si realizzò un mutamento di Universo. Fecero esperienza dell’Esistenza globale attraverso la Super Coscienza. L’Esistenza globale non aveva mai fine. Le configurazioni di vita e morte si realizzavano in Universi differenti. Se si moriva in un Universo, si continuava a vivere in un altro. E se in quest’ultimo si moriva, esisteva necessariamente un terzo Universo in cui si realizzava la configurazione complementare, ovvero quella di vita. E così via all’infinito.