ROMA - Insultata e minacciata: Nathalie Naim, consigliere dei verdi al I municipio denuncia di essere stata aggredita verbalmente e presa a parolacce dal gestore di un bar in via dei Serpenti, mentre era con il figlio di 10 anni. «È stata una scena di una violenza inaccettabile, e non è la prima volta che vengo minacciata». Nathalie Naim racconta che sabato scorso stava accompagnando il figlio ai giardinetti, quando si è dovuta fermare all’incrocio tra via dei Serpenti e via delle Frasche perché un treppiedi che reggeva un enorme cartellone pubblicitario piazzato sul marciapiedi, le impediva il passaggio.
La lite. «Sapevo che quel cartellone era abusivo - dice Naim - per questo sono entrata nel bar accanto e ho detto al gestore di spostare il cartellone. L'uomo ha reagito con una violenza davvero inaudita, ha incominciato ad insultarmi e mi ha anche spintonata per farmi uscire dal bar, dicendo che dovevo arrangiarmi, lui non avrebbe alzato un dito, e se volevo passare avrei dovuto aggirare il cartellone». Per niente intimorita, il consigliere municipale esce dal locale e sposta il cartellone addossandolo al muro.
Gli insulti. «Questo ha fatto andare quell'uomo di nuovo su tutte le furie - continua Nahim - perché è uscito dal bar e ha incominciato ad urlare che lì era tutto suo. Il muro del palazzo dove avevo appoggiato il cartellone gli apparteneva e pure il marciapiedi era di sua proprietà. Mi ha detto che ero una t... e che lo vessavo». Il consigliere dice che il gestore del bar sapeva chi fosse, perché mentre la insultava, faceva continui riferimenti al suo lavoro e alla lotta all’abusivismo che lei porta avanti da tempo.
L'inseguimento. «Mi ha detto che facevo scena solo per guadagnare voti - dice Naim - e che sarebbe venuto ad aspettarmi sotto casa, che i voti li avrei presi in chiesa. Spaventata mi sono rifugiata con il bambino nella sede dei carabinieri della Banca d’Italia, che si trova lì vicino. Ma l'uomo ci ha seguiti, aveva in mano una bottiglia e continuava a minacciarmi dicendo che mi avrebbe ammazzata. Sono arrivati 5 carabinieri, hanno cercato di calmarlo, ma il gestore del bar continuava ad inveire contro di me. Quello che più mi ha fatta stare male, è stato vedere il terrore negli occhi di mio figlio. La notte non riusciva a dormire, aveva paura che quell'uomo venisse a casa nostra per farmi del male».
Il consigliere e il bambino sono stati scortati dai carabinieri in servizio alla Banca d'Italia, fino alla stazione Viminale, dove Nathalie Naim ha sporto querela: «Vivere a Monti è diventato un problema - dice - per l'occupazione prepotente di ogni spazio pedonale e della totale impunità di chi commette gli abusi. Poco tempo fa l'associazione Liberamonti aveva organizzato presso il cinema Detour, una riunione proprio su questo tema, con la proiezione che riprendeva le tante situazioni di criticità del rione Monti. Nel clima violento che si è creato non accettare di subire la prevaricazione, significa rischiare di essere aggrediti.
P.Vu. - Il Messaggero