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Storie di pirati e principesse. 1

Da Efeizee

C’era una volta un Pirata con una benda nera sull’occhio, che copriva una benda rossa a forma di cuore. Solo la sua Principessa ne sapeva l’esistenza. Forse anche la sua mamma, ma questi erano solamente discorsi sott’intesi che, seppur con tutta la confidenza tra genitore-figlio, non si riescono mai a dire per completo. Ma la mamma credo sappia sempre tutto. A volte anche prima di te. Poi aveva una gamba di legno svitabile. L’uncino non se l’era fatto mettere, le mani gli servivano entrambi; ci doveva fare gli origami, suonare la fisarmonica per i suoi amici e farli ballare, possibilmente. Aveva anche una camicia a quadri e non quadretti, dei pantaloni che si facevano indossare comodamente, lunghi appena sotto il ginocchio. Ai piedi spesso non aveva niente, che sul galeone si sentiva più stabile a piedi nudi. Gli piaceva mangiare pollo con le mani, purtoppo la pastasciutta la mangiava solo sulla terraferma, ma gli piaceva così, mangiava le mele che spesso caramellava, l’aveva imparato da un bimbo-eroe-spaziale e dalla sua fidanzata-principessa. Gli piaceva anche il pesce, ma quello senza lische. I crostacei li preferiva. Preferiva anche l’estate. Beveva acqua che era la bevanda più buona di tutte e vino rosso. e quando era con la sua Principessa o ne sentiva la mancanza, si preparava un te nero, da quattro dobloni e cinquanta sestini l’etto, preso alla locanda del te di Peter. Aveva scoperto questo posto nella sua città preferita ed aveva programmato di portarci Princi. in verità il progetto iniziale era di andare da solo da Peter, prendere il te, tornare al paese, preparare una saccoccia con dentro due tazze, dell’acqua calda e del miele, il te nero nuovo, appena comprato, la sua fisermonica ed un carillon. La saccoccia era fatta con una coperta che , una vuolta svuotata da tutti gli oggetti, non sarebbe più stata saccoccia, ma coperta vera e propria, da stendere nel prato del castello. dove qui ci avrebbe portato di sorpresa la sua Amata. Purtoppo era inverno. Ed anche per questo il Pirata non preferisce l’inverno.
Il Pirata aveva addestrato un falco. il suo falco. copriva distanze lontane ed aveva un ottimo senso dell’orientamento. si era perso solamente una volta, vedendo un’aquila che faceva la civetta con lui. l’acquila aveva il morbo di parkinson.
Il falco gli serviva per tenere viva la corrispondenza con la sua PrinciPesca.
Una quattro dieci lettere al giorno.
Il falco era ben allenato.

(continua)

Storie di pirati e principesse. 1



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