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Storie di sesso animalesco #4

Creato il 02 agosto 2010 da Leragazze

Storie di sesso animalesco #4

Promiscuità

Anche nel regno animale i maschi tendono ad accoppiarsi col maggior numero possibile di femmine, ma loro lo fanno per massimizzare il numero di figli. Le femmine, invece, sono molto più selettive, preferiscono scegliere il migliore dei maschi disponibili sulla piazza, o quello disposto a mettere su casa insieme a loro, cioè a costruire il nido. Sempre alla ricerca del Principe Azzurro, noi ragazze eh?

Fanno eccezione le femmine del tonchio del fagiolo che prendono quel che capita, soprattutto quando sono assetate. In questo caso, infatti, si accoppiano esclusivamente per placare la sete con i fluidi eiaculati dal maschio. Ben trovata come scusa!

I serpenti giarrettiera, un nome un destino, te li immagini sinuosi (e questo è inoppugnabile) e seduttivi, danno vita a delle vere e proprie orge, delle ammucchiate tremende con decine di maschi che inseguono una singola femmina, formando dei curiosi “gomitoli di accoppiamento”. Chissà come devono sentirsi le femmine, che autostima alle stelle, che soddisfazione! Lo stesso senso di appagamento temo non venga provato dalle povere femmine di rospo. Triste storia la loro. Anche tra i rospi infatti la competizione è estrema e può accadere che più maschi montino la medesima femmina contemporaneamente. Capisco che notoriamente le rospe sono brutte, quindi quando ne trovano una appena appena passabile tutti i maschi le si avventano contro. O meglio sopra. Ma la differenza coi serpenti sta nel fatto che la rospa, sottoposta a tanto entusiasmo e vigore, non sempre riesce a sopravvivere e muore soffocata. Se invece resiste all’assalto, mette al mondo figli di padri diversi, a testimonianza del fatto che la paternità non è mai certa.

Le femmine dei serpenti giarrettiera, come se non bastasse, hanno tutte le fortune, perché i loro maschi possiedono DUE PENI! Ma vi rendete conto che giochetti, che variazioni sul tema, che prolungamento del piacere: finito con un pene, così me lo immagino, si sfila quello usato e prosciugato e si rimpiazza con un altro pimpante e meglio disposto. Se poi i due entrano in competizione son fuochi d’artificio. Me li vedo i confronti, le misurazioni, le prestazioni stellari per umiliare l’altro! Una vera pacchia. I due peni poi sono muniti di spine e uncini per ancorarsi meglio alla vagina della fortunata: ma quale vagina ragionevole, mi chiedo, potrebbe lasciarsi sfuggire un bocconcino, anzi due, del genere?

Per questi serpenti, tutti i mezzi sono buoni per raggiungere l’obiettivo accoppiamento, anche quelli più scorretti. Per esempio, emettere feromoni femminili che attirano la concorrenza, la inducono a sprecare le energie, diciamo così, e la mettono fuori gioco. Per di più, sono anche possessivi. Dopo aver fatto sesso, infatti, secernono un altro feromone, evidentemente ne hanno uno per ogni occasione, che provoca incapacità di copulare negli altri maschi e rende non più attraente la femmina fecondata. E in questo modo smentiscono quella storia sulla paternità.

Passando ad altre specie, certi uccelli dell’America centrale e meridionale, i tinami giganti, creano una specie di comune composta da un gruppo di maschi che hanno una relazione esclusiva con un gruppo di femmine. Una sorta di matrimonio di gruppo in cui tutti fanno sesso con tutti e dove la varietà delle opzioni elimina la routine.

Ma il sesso promiscuo può anche essere frutto della volontà di creare e rinforzare i legami sociali. Insomma, almeno è quello che raccontano i bonobo, un tipo di scimmia, e gli zoologi sembrano averci creduto.

Infine, delle femmine molto emancipate, quelle di jacana, un uccello tropicale. Combattono violentemente tra loro per il possesso dei maschi, si accoppiano con tre alla volta e poi lasciano loro la cova e la cura dei piccoli. A volte vanno a rompere le uova nel paniere, letteralmente e mai espressione fu più appropriata, di altri maschi per indurli ad accoppiarsi con loro. Ce n’è in tutte le specie di femmine così, ce n’è, ce n’è.



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