“Storie di un fotografo” di Gianni Berengo Gardin Tickleframe
180 immagini in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin. Nove sezioni diverse. Dallo scatto rubato di un bacio alla fermata del treno alla foto denuncia della terribile situazione degli istituti psichiatrici in Italia. Spaccati di realtà, ma anche l’altro lato del fotografo, quella dell’impegno “sociale e civile” motore di cambiamento nella società stessa.
Questo è ciò che potrete ammirare a Palazzo Reale a Milano. Una mostra unica che cerca di raccontare l’immensa opera di un grande artista italiano attraverso le sue fotografie.
Si parte dalla sezione dedicata a Milano, “Gente di Milano”. 40 fotografie, con i volti, i cortili, la storia della città in cui nel 1965 ha deciso di abitare, per passare a Venezia, luogo dove agli inizi degli anni 50 si è avvicinato al mondo della fotografia.
Baci, Dentro le case, Lavoro e Fede, religiosità, riti, le altre 4 tematiche che mettono in evidenza l’attenzione di Gianni Berengo Gardin alla vita quotidiana: il bacio sotto i portici di Piazza San Marco, la casa-negozio di Napoli, il battello sul fiume Senna a Parigi e il Monastero della Verna in Toscana. Immagini di vita reale, spaccati di società, fotografie che narrano le vicende di tutti i giorni e in cui tutti noi possiamo riconoscerci.
La quotidianità, ma non solo.
Due sezioni sono dedicate a due lavori molto importanti del fotografo italiano: La comunità Romanì in Italia e Morire di Classe.
La comunità Romanì in Italia è un’inchiesta sulla situazione degli zingari che ha portato il fotografo a vivere in tre campi nomadi diversi. Morire di classe è un reportage, realizzato con Carla Cerati, sulla realtà degli istituti psichiatrici in Italia, un lavoro che diede un contributo fondamentale all’approvazione della legge 180/1978 che impose la chiusura dei manicomi.
L’esposizione termina con la sezione dedicata a Berengo reporter. Immagini che ci fanno ripercorrere le esperienze del fotografo italiano e che ci portano da Nord a Sud dell’Italia e anche oltre i confini italiani.
Una mostra che mette in evidenza la grandezza di questo grande fotografo e la sua innata capacità di saper descrivere, attraverso la fotografia, la realtà così come si presenta a lui, senza ritocchi, senza filtri, in bianco e nero. Nella semplicità dello scatto, la potenza del trasmettere emozioni.
Avete tempo fino all’8 settembre per ammirare questa interessante mostra a Palazzo Reale a Milano!
Fino a pochi anni fa io mettevo sempre all’inizio dei miei libri: nessuna di queste fotografie è stata ritoccata o trasformata al computer, proprio perché si sapesse che quello che avevo fotografato era quello che io vedevo.
Gianni Berengo Gardin
“Storie di un fotografo” di Gianni Berengo Gardin Tickleframe