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Storie di/da watermark... e non

Da Aboutaphoto

Storie di/da watermark... e non

M. Stefanelli, Pose di Guerra 2


10 giorni che non scrivo??? Gravissimo!Riflettevo su 2 cose. La prima: non so a voi, ma a me fanno molto sorridere certe foto inguardabili – tecnicamente, stilisticamente e quant'altro – a cui l'autore appone il watermark. Una volta ho trovato le foto di una ragazza, foto banalissime: un fosso, un tramonto, tutte trasformate in HDR. Il mondo è pieno di pazzi, è questo è un dato. La seconda: leggere questo post sul blog di Sara Lando, mi ha fatto riflettere su Vivian Maier, la fotografa che “non sapeva di esserlo”. Non sto a raccontarvi tutta la sua storia (molto interessante, per altro), comunque si tratta di una signora statunitense, nata nel 26, che ha sempre fatto la baby sitter, ma, a fianco, ha fotografato 40 anni di America, senza praticamente nessuno lo sapesse.

Storie di/da watermark... e non

M. Stefanelli, Pose di Guerra 1


Storie di/da watermark... e non

M. Stefanelli, Piccola Rivolta Temporale


Il discorso è molto ampio e non ho la minima pretesa di sviscerarlo qui. Si potrebbe banalizzare dicendo, sul primo caso: piuttosto che passare giorni e giorni o anche mesi, a capire come funziona photoshop (per esempio), meglio passare 10 minuti a capire come si inserisce un watermark su un'immagine e poi firmare qualunque schifezza esca dalla macchina: chapeau! Non voglio fare una lotta senza quartiere al marketing di se stessi, all'esporsi, cercare vie per apparire, ecc.: ognuno fa ciò che vuole e poi io, che ho un blog, sarei cretina o in malafede a disprezzare chi cerca popolarità (qualunque cosa ciò significhi). Chiunque, CHIUNQUE scriva, dipinga, fotografi, suoni, canti, balli, reciti lo fa per essere letto, ascoltato, visto, ecc. Credo che la questione sia enormemente complessa, oltre che primordiale: stabilire cosa è arte è un problema nato un nanosecondo dopo alla nascita dell'arte stessa e fin qui... Però qui mi pare proprio in atto la logica del Grande Fratello: se nessuno parla di te, non importa in che termini, non sei nessuno. Allo stesso modo all'inverso, se metti il watermark sulle tue foto, automaticamente sei un fotografo, se trovi un ufficio stampa disposto a parlare delle tue opere, automaticamente sei un artista. Se qualcuno dice che è arte, allora è arte. Non è così. Questo è un comandamento. E bisogna tenerlo presente per non mentire a se stessi. Alex Majoli, un talento fotografico riconosciuto a livello mondiale, ha 500 fan su facebook, un certo blogger che spesso nei suoi post copia e incolla da Wikipedia le vite di grandi fotografi, ne ha 5000, capito cosa intendo? Facebook non è il metro con cui valutare un artista? Verissimo, però è un metro di celebrità. Chi vuol intendere, ha inteso. Alla fine di tutto questo discorso, approfitto per segnalare due fotografi sconosciutissimi, immeritatamente aggiungerei, ma che non fanno nulla “di eclatante” per mostrarsi, che a me piacciono molto: Martina Stefanelli e... Dubito ergo Shoot (non conosco il vero nome, ma già questo lo adoro). La prima trovo che abbia un linguaggio molto personale, tanto sobrio, quanto espressivo. C'è un senso di stabilità, di pulizia tecnica, di silenzio che proviene da queste immagini; ed è raro in un fotografa così giovane. Di Dubito mi hanno colpito questi occhi, questi zigomi, questi sorrisi che dal buio esplodono verso chi le sta guardando. Foto un po' vecchia maniera, però di un'espressività che, a me, lascia a bocca aperta.
Questo post è dedicato a Manu, non so bene perché... anzi lo so: perché è carino che qualcuno nel mondo ti dedichi un pensiero positivo.

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Dubito ergo Shoot, N.T.

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Dubito ergo Shoot, N.T.

Storie di/da watermark... e non

Dubito ergo Shoot, N.T.



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