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Storielle

Creato il 22 febbraio 2015 da Andreapomella

Sto in fila alla cassa nel negozio di giocattoli, una signora e una bambina mi sorpassano, “Andiamo vicino a zia”, dice la signora per giustificare l’illegittimo scavalcamento, indicando un’altra signora, che nel frattempo sta pagando alla cassa, la signora che sta pagando alla cassa si volta verso la prima signora e con un sentimento gelido le chiede: “Ci conosciamo?”

Si liberano due posti in un parcheggio a pettine, occupo un posto con la mia macchina, un uomo in un’altra macchina dietro di me si mette a suonare il clacson, scendo dalla macchina e gli chiedo perché suona il clacson, mi dice che c’era lui prima di me, gli faccio notare che i posti sono due, mi dice che la sua macchina è troppo grande e che in un posto solo non avrebbe lo spazio sufficiente per aprire gli sportelli, e perciò gli servono due posti, gli dico che penso di non essere io la persona che deve farsi carico del suo problema, obietta che c’era prima lui, mentre dibattiamo arriva un’altra macchina, ha le stesse dimensioni della mia macchina, si infila nel posto libero accanto alla mia macchina, l’automobilista scende e chiede se ha occupato indebitamente un posto, l’uomo con la macchina grande gli risponde che sono io quello che ha occupato indebitamente il suo posto, a questo punto decido di attenermi a una logica strettissima, gli dico: “Ok, hai vinto tu”, ingrano la retromarcia ed esco, l’uomo con la macchina grande resta per un minuto a fissare il posto vuoto, raggiunge la medesima conclusione di prima, e cioè che la sua macchina è troppo grande e che in un posto solo non avrebbe lo spazio sufficiente per aprire gli sportelli, e perciò gli servono due posti, ma uno dei due posti adesso è occupato dall’automobilista che è arrivato per ultimo, tuttavia il mio gesto di resa gli ha restituito un certo grado di soddisfazione, perciò decide di andarsene in cerca di un altro parcheggio che sia grande abbastanza per la sua macchina, io occupo di nuovo il mio posto, l’automobilista che è arrivato per ultimo non si pone neppure il pensiero di ciò che è appena accaduto, ce ne andiamo, ciascuno per la propria strada: tre uomini appagati.


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