di Fabio Campoccia
Capitolo I
Benvenuti al centro di riabilitazione antigender! Benvenuti a voi che avete finalmente deciso di dire “BASTA”, di prendervi cura di voi stessi, di curarvi! Io e la mia equipe siamo orgogliosi di voi che vi state affidando alla nostra terapia. Voi non siete colpevoli, siete soltanto malati, ma la vostra malattia si può curare. È possibile ri-orientare verso l’eterosessualità le persone omosessuali che lo desiderano.
L’omosessualità non esiste e non è mai esistita se non nei termini di una deviazione dalla norma, dall’unica norma reale: l’eterosessualità. Tre sono i punti fondamentali che dovete tenere in considerazione:
– Uno: alla luce delle scienze sociali la forma di famiglia ideale per favorire un sano sviluppo del bambino è il modello tradizionale di matrimonio eterosessuale;
– Due: l’identità sessuale si forma in un’età precoce sulla base di ” fattori biologici, psicologici e sociali”;
– Tre: esistono numerosi esempi di persone che sono riuscite a cambiare il loro comportamento, identità, stimoli o fantasie sessuali.
Voi siete malati, ma la vostra malattia non è incurabile, esiste una terapia e noi siamo qui per aiutarvi a guarire.
Certo, sarebbe meglio prevenire piuttosto che curare. Servirebbe un accompagnamento spirituale, psicologico e medico. Servirebbe un’attenzione rivolta a genitori, insegnanti ed educatori al fine di prevenire l’insorgere di tendenze omosessuali nei ragazzi, negli adolescenti e nei giovani. Ed infine bisognerebbe focalizzare sulle cause (spirituali, psicologiche, culturali e storiche) che contribuiscono alla diffusione di atteggiamenti contrari alla legge naturale, riconoscibile dalla ragione rettamente formata.
In questa sede applicheremo una Terapia Riparativa dell’omosessualità. Si tratta di un accompagnamento che consiste in un particolare tipo di psicoterapia applicata agli uomini che vogliono crescere nel superamento dell’attrazione omosessuale compulsiva, per sviluppare e maturare il proprio potenziale eterosessuale. Verrà definita per la persona omosessuale un’esperienza di tipo ricostitutivo, con cui si vuol tentare di capire come essa possa riappropriarsi della propria identità maschile ferita, così da potersi relazionare in modo libero con gli altri, in particolare con i maschi.
Il livello di tollerabilità delle famiglie italiane alla “colonizzazione ideologica” ha davvero raggiunto il limite. È nostro dovere contrastare l’avanzata dell’ideologia gender, stoppare il processo in corso della rottamazione della famiglia, quella vera.
Noi abbiamo a cuore la libertà educativa e i diritti dei più indifesi. Noi siamo la risposta all’ideologia Gender e siamo la risposta corale di un intero popolo che difende l’antropologia che assicura il progresso nel rispetto integrale della persona umana. Noi vogliamo tenerci lontani dalla cultura del relativismo e del banale; la negazione di una verità assoluta a cui aderire in nome del dio “ io ”.
L’uomo è un Mistero meraviglioso in cui anima e corpo si uniscono in un’unica danza che è quella non solo della Vita in generale ma di una Vita Libera, vissuta in Pienezza, in modo etero!
Capitolo II
Io non ho capito molto. I miei mi hanno costretto a venire qui e sono venuto. Ormai è passato tanto tempo. Non ricordo più molto bene. Sto qui da tanto. Ogni giorno mi dicono che sto male e che ancora non sono guarito. Continuano a chiedermi con chi facevo sesso e come lo facevo, si attaccano ai particolari, mi chiedono di scendere nei dettagli. Sono morbosi in questo. Sarà la terapia.
Io ormai ricordo poco.
Una volta credevo nella “bellezza”. Credevo che in ogni rapporto umano potesse esserci bellezza. E ogni bellezza generava gioia.
Ho visto famiglie gioiose, ognuna a suo modo. Ho visto coppie innamoratissime sotto ombrelli martoriati di pioggia. Ho visto bambini dormire stretti a genitori felici. Ho visto tramonti profumati di mare con amanti che si tenevano per mano. Ho visto sesso scabroso e gioioso in notti di estate. Ho visto fidanzati, mariti, compagni, amanti essere parte fondamentale della vita di qualcuno. Ho visto baci avidi e sensuali, abbracci forti e rassicuranti, carezze che confortavano e due sguardi intrecciati verso uno stesso punto, lontano.
Ho visto bellezza in ogni sentimento di amore e condivisione che ho trovato, in ogni sentimento di unione. Senza definizioni. Credevo di avere quasi capito. Ma loro dicono che non è così. La gioia e la bellezza non c’entrano nulla. Loro possono spiegare la famiglia con studi scientifici, e con definizioni. Loro possono dire cosa è naturale e cosa è malato. Loro possono parlare in nome di Dio.
Io pensavo che Dio si trovasse nella bellezza e nella gioia. Ma loro dicono che non è così. Ed io sono chiuso in questo luogo dove non trovo più la bellezza. Non c’è nessuna bellezza in quello che dicono, loro della bellezza hanno solo una gran paura.
Capitolo III
Non so dove porti questo treno. Ho poco fiato per la lunga corsa che ho fatto. Non ho neanche il biglietto, ma mi importa poco. Una mattina ho aperto gli occhi alla luce del sole che si insinuava violenta nella mia stanza. Mi sono alzato e ho scoperto che la porta della mia stanza era aperta. Ho scoperto che tutte le porte del centro di guarigione erano aperte, anche il cancello che dava all’esterno.
Non me ne ero mai reso conto. Tutte quelle porte sono sempre state aperte? Allora dipendeva solo da me restare chiuso la dentro? Non lo so, non ha importanza. Oggi ho deciso di venirne fuori.
Non so dove porti questo treno. Sono salito al volo senza neanche guardare.