Magazine Diario personale
Col lato B storto, con la luna storta e, quel che è peggio, con la schiena storta (e dal risveglio ne sto pagando le conseguenze).
Non sono riuscita a levarmi di dosso la tensione incazzosa che mi hanno appiccicato ieri pomeriggio sul lavoro, me la sono portata come una specie di ectoplasma viscido e appiccicoso fino nei sogni e al risveglio era ancora lì.
Odio le persone maleducate, cafone, irrispettose del tuo lavoro e che, pur di restare nel loro stupido personaggio di rompiscatole, si comportano come se ti stessero facendo un favore quando in realtà non sei nemmeno tu che lo stai facendo a loro: stai semplicemente lavorando, stai semplicemente collaborando allo stesso accidenti di progetto e il fatto che ti stiano mettendo i bastoni tra le ruote fin dal primo giorno è totalmente gratuito, non fatturabile, non rendicontabile né relazionabile.
D’altronde da uno che di mestiere fa il professore di inglese da ormai più di 40 anni (e non si capisce come mai non sia ancora in pensione) e si chiama Ci-puntini-azzo non potevo aspettarmi molto di meno e, forse, dovevo capire che anche la direttrice amministrativa era particolarmente inacidita fin da quando ha pensato bene di comunicarmi, con appena dieci minuti di anticipo, che la prima, e unica, riunione operativa era stata rimanda, rendendomi impossibile partecipare a quella rinviata e condizionando inevitabilmente tutto il resto del mio lavoro.
Sarà solo perché per 140 misere ore di lavoro ho chiesto che il gruppo di progetto rivalutasse i miei titoli colpevolmente e, forse, in malafede snobbati? È per questo che mi rompete le scatole da quando è iniziato il progetto? Perché vi ho costretto a farmi scavalcare una vostra amichetta?
Stronzi.
Non vi sopporto più.
Mi avete avvelenato il sangue per 140 lunghissime ore, ma ormai è finita, lunedì vi consegno quell’accidenti di fattura e non voglio più vedervi, sentirvi, pensarvi per tutta la mia vita.
FNCL!
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