Magazine Diario personale

Strada facendo vedrai che non sei più da solo

Da Iomemestessa

E’ stato un ponte lungo. O se vogliamo un lungo ponte. Passato a spicciare una serie di incombenze domestiche più volte posposte, sino a divenire senz’altro impellenti.

E’ stato un lungo ponte. Di chiacchiere con la nana, prevalentemente. Ad accorgermi, con sempre più forza, di quanto sospettai già da quando era in culla. Che mi somiglia. E non parlo dell’estetica.

Ne sono felice? No. O meglio. Adesso, no. Crescendo, si vedrà. Che la mia infanzia solitaria, perduta tra pensieri più grandi di me, incapace di relazionarmi con i coetanei, che trovavo invariabilmente noiosi, non sono granchè felice debba toccare anche al mio nanetto da giardino.

Nanetto dall’allegria contagiosa, dalle battute fulminanti, che ti spiazzano, pronunciate da un elfo che non arriva al metro e dieci. Con la sua erre moscissima (chissa da chi?). Nanetto dalle domande complesse, dai mille perchè da soddisfare. E mica la accontenti con una risposta tirata. No. Approfondire, devi. E quando cerchi di svicolare (‘eh non lo so’) vedi gli occhi delusi. Che per adesso, sono ancora il suo oracolo, e se non lo sa la mamma, chi?

Dal lessico complesso, e dalla sintassi, sicura. Che a manco cinque anni va giù di congiuntivo e condizionale. E presente, passato, futuro. Una consecutio temporum impeccabile.

Con il suo saper leggere. Che manco ce ne eravamo accorti. Finchè non si è messa a dire questo e quello sui manifesti. Con il suo cercare di far di conto. ‘Mamma mi insegni a fare le operazioni, come G.?’ E io: ‘amore, aspetta, son cose che imparano a scuola, G. è più grande’ ‘ma io le voglio sapere adesso. non è colpa mia se sono piccola.’

Con le sue domande sulla vita, e la morte. ‘Mamma non voglio crescere’. ‘Perchè amore mio? E’ una bella cosa crescere’ ‘Sì ma se io cresco, tu invecchi. E chi invecchia, muore. E non voglio che tu muoia’ E mi tocca stare attenta a non dare risposte troppo adulte (muoiono anche i giovani, purtroppo), ma anche a non banalizzare. E a rassicurare.

Con la sua facilità ad apprendere le lingue straniere. Col suo amore per gli animali. Con la sua dolcezza scoperta, così facile da ferire. Che mi verrebbe da dirle sta coperta amore mio, stai bordata. Che quando sei piccolo fa più male.

Con la sua difficoltà a fare amicizia, con la sua timidezza. Col suo essere una solitaria che sta bene con se stessa. Col suo amare il viaggiare, fine a se stesso. Mamma andiamo in Cina? Mamma andiamo in Ucrrrrraina (e qui la r arrota che è un piacere) a trovare la tata (la sua tata, grande amore della sua vita)?

In bocca al lupo, amore mio. Che qui, mamma, la vede dura, per le anime leggere.

 


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