Lo scavo per cercare il proseguimento dell'antica via romana nella
pineta di Baratti (Foto: Paolo Barlatteni)
Gli scavi in loco sono condotti dall'Università di Milano e sono diretti dal Professor Giorgio Baratti del Dipartimento Scienze dell'Antichità. "Ci stiamo dedicando alla strada anche perché, in profondità, è stato possibile verificarne l'impianto", ha dichiarato l'archeologo. "Sappiamo, quasi per certo, che questo manufatto è stato costruito con un grosso taglio in profondità di base geologica. Una strada con circa 15 metri di larghezza, con uno scasso di più di un metro, riempito poi con le scorie. Un'opera immane fatta manualmente. Strati di materiale vario, non casuale, ma con pietre e sabbia oppure derivati dai forni per la lavorazione del ferro".
La strada era, dunque, prodotta utilizzando anche materiale di scarto, materiale inquinante, secondo quanto riprodotto in alcuni sarcofagi per quel che riguarda le strade consolari. Gli archeologi ritengono che la strada risalga ad un periodo compreso tra il II e il I secolo a.C., quando la Populonia etrusca si sta lentamente romanizzando.
Il selciato di quest'antica strada mostra ancora i segni del passaggio dei carri nei due sensi di marcia. Si trattava, con tutta probabilità, secondo gli studiosi, dei carri che trasportavano ferro dal e al porto. L'ampiezza notevole del percorso viario è segno della sua importanza rispetto all'ampiezza di alcune vie cittadine, che raggiungono i 7 metri, e persino rispetto all'ampiezza di alcune vie consolari che partono dai 12 metri di larghezza.