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strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)

Creato il 12 luglio 2010 da Aureliocupelli
Il 5 maggio scorso avevo iniziato a riproporre "Frammenti", una collana di foto-pensieri in cui raccoglievo/raccontavo dei segni che fossero capaci di rappresentare il varco della data del cambio del millennio.
Il primo numero aveva per titolo "MATTONI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/di-quando-si-parlava-della-fine-del.html
Il secondo numero, "NUVOLE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/di-quando-si-parlava-della-fine-del.html
Continuando a seguire il filo conduttore fondato sul confronto rappresentato dalla contrapposizione-complementarietà tra l'uomo e la natura, questo terzo numero, intitolato "STRADE", voleva rappresentare la volontà-capacità dell'uomo di modellare il territorio per le sue necessità di mobilità.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
Il terzo numero di "FRAMMENTI" lo pubblicai nel mese di dicembre del 1995.
La presentazione, con tanto di esposizione delle foto contenute nell'opera, ed alcune "prove", avvenne nello spazio espositivo del "Frantoio di San Domenico", di San Miniato, oggi Museo Archeologico.
primi pensieri
I luoghi del movimento come luoghi della libertà.
In un mondo così veloce e distratto, con una propensione maniacale al movimento, alla ricerca del luogo oltre, che ci porta ad incanalarci in arterie automobilistiche affollate e collassate, il muoversi ed il muovere sembra essere diventata l'unica forma di libertà. Si fugge dal treno, dal metrò e dal pulman perché con i loro orari e i loro percorsi obbligatori sembrano limitarci le scelte di movimento. L'automobile è oggi, nell'immaginario collettivo, creato e supportato dalla pubblicità, il principale sinonimo di libertà. Ma è una libertà effimera, bugiarda, perfino autolesionista, che ci conduce a bruciare questi attimi di libertà nelle interminabili code domenicali.
I luoghi del movimento, le strade, ecco il tema di questo terzo frammento di fine millennio. Raccogliendo le immagini fotografiche, essenziale punto di partenza per la costruzione di ogni mio percorso artistico, incentrato sulla rappresentazione di momenti e aspetti del vivere da portarsi dietro negli anni che ci aspettano, mi sono trovato a confrontarmi con momenti che si caratterizzano in un'unica visione del tema. Le strade rappresentano la volontà dell'uomo di muoversi, e la loro costituzione, forma e carattere si concretizza attraverso una serie di elementi nessuno dei quali riconducibili al caso. Le strade, sorgendo per necessità, acquistato particolarità che si richiamano alla specifica cultura dell'uomo, che è fonte del paesaggio stesso nel quale la strada va ad inserirsi.L'idea di strade viene da lontano, da tempo cercavo il contenitore dove inserire un'impressione che ebbi un giorno, nello svolgere il mio quotidiano lavoro, l'agricoltore. Mentre stavo trapiantando delle piantine di peperone, in un appezzamento adiacente la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, mi venne da confrontare lo spazio che io, nel mio lavoro stavo coprendo e quello delle auto che sfrecciavano su quel nastro asfaltato. Io, con il mio trattore, compiendo il mio lavoro, in venticinque minuti coprivo la distanza di quattrocento metri, al tempo stesso, una macchina che era passata di lì proprio mentre io ripartivo per compiere la lunghezza del campo, per quando io ero giunto alla fine del campo steso essa poteva già essere arrivata a Firenze, quaranta chilometri più lontana.Per quanto futile possa essere, quell'osservazione mi colpì. Ed ecco che la racchiudo in questo numero. Ma la mia attenzione si è fermata sulla viabilità marginale, su quei percorsi che il mondo del movimento non passa. Sono strade troppo lente, tortuose, polverose o fangose, piene di buche e troppo brevi. Strade si sofferma su questa viabilità marginale, fatta di viottoli, vie carrabili, ma anche e forse soprattutto di semplici piste, percorse da poche persone, e magari segnate per esigenze estemporanee. Una pista costituita dal solco di due ruote che segnano un campo arato sta a significare che quella strada può aver avuto magari l'unica utilità di permettere al trattore di andarsene ultimato il lavoro. Non verrà probabilmente più usata quella pista, ma quasi sicuramente verrà cancellata dalle successive lavorazioni che il campo richiederà. Come si incontrano strade alle quali altre strade hanno tolto frequentatori, che per di più si sono trovate a dover deviare il loro percorso per far posto ad altre esigenze.Così, nella contrapposizione complementarietà uomo natura, la strada marginale porterà con se, quale frammento per il terzo millennio una moltitudine di segni e di storie, dove l'uomo scrive di se, e delle sue esigenze. Come al tempo stesso parla delle proprie capacità di usare l'elemento naturale come mezzo non solo da oltrepassare, ma da trarne i migliori vantaggi. Un attraversamento di un fiume, o lo scavalcamento di una collina sono spesso momenti di intervento nella regimentazione delle acque. La strada in collina, ha infatti col tempo sviluppato una seria simbiosi con l'assetto idrogeologico, creando una simbiosi tra il percorso stradale e la raccolta delle acque piovane.I nuovi progetti incentrati sullo sviluppo del movimento, alta velocità su rotaie, varianti di valico, raddoppi autostradali, vanno ad inserirsi in un contesto rappresentato da un reticolato viario che si è creato col lento sovrapporsi, attraverso i secoli delle varie esigenze di movimento. Questo inserimento ha però un nuovo metodo di applicazione. Il vecchio reticolato si è sviluppato attraverso un arricchimento. La creazione di strade nuove, che non erano altro che il collegamento ed il miglioramento di tratti di diversi percorsi esistenti. Il nuovo sviluppo del movimento si articola invece con una sovrapposizione ex-novo di tracciati indipendenti e chiusi, dove per entrare o uscire si devono rispettare modalità e momenti ben prefissati.
pensieri in foto
Il foto-percorso che i frammenti di questa collezione traccia, si concretizza nella rappresentazione e nella ricerca di aspetti di un elemento, la strada, che ne valorizzino quella sua forma, a metà tra l'opera dell'uomo e la manifestazione della natura. I foto-frammenti si addentrano nei particolari, più o meno palesi, che la viabilità marginale del nostro territorio porta con se come patrimonio e testimonianza.
"Frammenti", nasce nella sua concezione, come opera artistica sì, ma anche , e forse soprattutto, come documento. E nella rappresentazione di questo terzo frammento a testimonianza del nostro millennio per gli anni futuri, la ricerca di immagini che racchiudano il senso delle strade che oggi ci permettono di muoversi ancora al di fuori di un movimento da villaggio globale. Lasciando così alle grandiose capacità di un'informatica multimediale, che stà caratterizzandosi come un evento rivoluzionario per i nostri usi e costumi, il compito di muovere le nostre idee e le nostre volontà.L'immagine fotografica riesce, nella ricerca documentaria, a trovare i maggiori estimatori. Un immagine quale specchio fedele di una realtà. Capace di acquistare un valore aggiunto alle emozioni, che la poesia del soggetto oggettivamente ritratto porta in sé.
Otto fotoFrammenti di strade per muoversi di questi tempi.
I foto-frammenti che propongo con "STRADE", sono immagini raccolte in più giorni di fine estate di questo anno, osservando e ritraendo le strade attorno a casa mia e quelle della Val d'Arbia.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
La Via per la collina è la strada buona, ampia, rettilinea. La si percorre di filato, veloci e sicuri. E' per viaggiatori generosi, che usano spostarsi per tappe, e quello può esser benissimo un tratto sa superare senza darle molta attenzione, un buon trasferimento.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
Quando la strada sale e si fa sinuosa, allora si rallenta, si prende il tempo per guardarsi attorno. Il tragitto si fa più interessante, ogni curva cela un particolare, e ci si sofferma nel viaggiare. Così l'ombra di frondose Querce lungo la strada ci è di compagnia e sollievo.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
In pianura rettilinee viottole si allungano di fianco a grossi fossi che portano l'acqua al fiume. Non sono vere e proprie strade, hanno uno scopo ed unservizio particolare. Sono piste sterrate battute più che altro da trattori e mezzi agricoli, che col tempo cattivo diventano Resole fangose.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
La collina è brulla e lavorata, con la terra di molti colori rivoltata al sole. Su quel campo arato spicca evidente una Pista sulle zolle, servita al trattore per andarsene. La sua vita è breve ma dal segno evidente per il suo morbido movimento irregolarmente curvilineo.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
La strada è movimento, ma anche solamente lavoro. Una coltura richiede spesso al campo la disponibilità di una pista sgombra per poter raccoglierne e portarne via i frutti. Così una strada in un campo di Peperoni serve a ciò.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
Nel bosco si è soliti passare per viottoli che sono nati e si sono mantenuti con il semplice, frequente passaggio degli uomini.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
Oltre l'orizzonte è la meta più classica della fantasia. Una strada rettilinea e simmetrica, che si alza a superare la linea che chiude la nostra vista, oltrepassandola, diviene immediatamente un mezzo dell'immaginazione, capace di portarci verso i nostri desideri. Al tempo stesso il movimento dell'uomo, nei suoi viaggi, ma più spesso nelle proprie ambizioni è proprio il superamento di quell'orizzonte che va cercando, auspicando le novità che nasconde.
strade, di quando si parlava della fine del millennio (3)
Tra tutte le strade, quella che però piace sempre di più, anche al viaggiatore più convinto, è quella che ci riporta Verso casa. Essa è familiare, conosciuta nei più piccoli particolari. Ci rassicura, ma al tempo stesso ci appaga del visto fino ad allora. Ci permette di chiudere il capitolo, di creare un punto di chiusura, per poter riconsiderare ciò che abbiamo visto e fatto.

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