Magazine Diario personale

Strade dissestate: troppe buche mi spaccano la schiena.

Da Gattolona1964

Da molti anni soffro di patologie importanti legate alla schiena e al collo e ogni qualvolta, sono costretta a  percorrere in automobile o in autobus, anche brevi tragitti, questi disturbi si accentuano molto. Non essendo l’unica persona a convivere dolorosamente con queste patologie molto limitative nel quotidiano, ho deciso di scrivere al nostro beneamato giornale, segnalando in modo chiaro ed esaustivo la condizione ben nota delle nostre strade, trascurate e dissestate in troppi punti. Questi segni di trascuratezza, sono sotto gli occhi e sotto alla schiena di tutti noi cittadini, che subiamo in silenzio le conseguenze che derivano dal semplice circolare. Dopo aver percorso in auto pochissimi chilometri, mi sopraggiungono nausea, vomito, vertigini e senso di svenimento, dovuti al continuo ballare tra buche profonde, pozzetti d’ ispezione non livellati, asfalto no nliscio e conforme, dossi troppo alti e non omogenei, strade con le pezze cucite da “sarti”troppo in fretta. Per non parlare delle rotonde costruite in abbondanza, dentro le quali la mia testa gira come su di una giostra: ne troviamo ad ogni angolo delle città e delle periferie, sono in crescente aumento, utilissime per sveltire il traffico non si discute, ma costruite anche per ottenere sovvenzioni, utili non sol oa questi otto volante.  Vi chiedo a mio nome e a nome di altri ammalati  di rivalutare l’ idea se togliere la tassa inutile sui passi carrai, non possiamo volare con la scopa dentro casa nostra o nei nostri cortili, dobbiamo entrarci a piedi, ripensate se non sia il caso di affidare la raccolta porta a porta a un numero limitato di addetti magari usando una squadra che ogni giorno, ci tolga quei maleodoranti pattumi, illuminiamo di meno quei magnifici ponti di Calatrava,  cerchiamo idee e soluzioni per risparmiare laddove si può.  Adoperatevi in fretta per dare una vera riasfaltata come si conviene alle strade, che tutti noi e voi dobbiamo percorrere ogni giorno più volte. Abbiamo anche pensato di andare a piedi, se  il tragitto è limitato, oppure in bicicletta, ma con le troppe voragini, non solo si rompono le ruote ma le ernie al disco, sollecitate a dismisura gridano dolore e promettono vendetta! Da qui in poi, la serie di certificati per assenza dal lavoro si potrebbe allungare: non ce ne voglia Brunetta, ma si armi anche lui di santa pazienza ed inizi ad asfaltare nei giorni di festa. Non può che giovargli alla linea: aspetto pareri concreti. Grazie.

Fabiana Schianchi Ugoletti.



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