CREMONA Sei cave cercansi a servizio della costruzione dell’autostrada regionale Cremona-Mantova. L’avviso della società Stradivaria, titolare della futuribile striscia d’asfalto, appare anche sul sito del Comune di Cremona e chiede agli agricoltori manifestazioni d’interesse da presentare entro il 30 giugno per cedere terreno da destinare ad attività estrattiva. Sei le località cui Stradivaria guarda con appetito di materiali inerti, soprattutto sabbia: Cremona, Pieve San Giacomo, Cicognolo, Pessina, Voltido e Isola Dovarese. Cesare Vacchelli, del comitato contro la stessa autostrada, si dichiara sbalordito perché prima doveva essere approvato il progetto da parte della Regione e poi si sarebbe dovuto procedere con la ricerca delle cave. Neanche si comprende con quali soldi l’autostrada verrebbe realizzata, vista la crisi di Centropadane di cui non si vede ancora la via d’uscita: di certo c’è solo l’aumento del costo dell’opera del 50% rispetto al progetto preliminare che risale al 2003. Da un miliardo e 90 milioni circa a più o meno un miliardo e mezzo. La Regione da parte propria parteciperebbe con un contributo molto maggiore all’eventuale Cremona-Mantova: prima Stradivaria chiedeva 108 milioni di euro ora ne domanda 400 alle casse di Maroni. Eppure da palazzo Lombardia non arrivata alcuna notizia ufficiale. Stradivaria, da quel che se ne sa, ha presentato al Cal (Concessioni autostradali lombarde) la documentazione relativa all’opera con il nuovo piano economico-finanziario. Proprio per mettere in equilibrio il progetto della Cremona-Mantova occorrono 400 milioni in più che vengono chiesti al presidente Roberto Maroni. La maggioranza di Stradivaria appartiene a Centropadane, che vanta un credito verso lo Stato di 320 milioni, di cui ha chiesto risarcimento tramite il tribunale civile di Roma.
Attualmente sul sito di Centropadane risultano 30 milioni di capitale proveniente dai soci iscritti a libro . Gli azionisti sono pubblici e privati. Gli enti pubblici bresciani possiedono il 42,4%, quelli cremonesi il 25,3%, quelli piacentini l’,5%, l’autorità portuale di Genova l’1,4%, gli altri soci il 29,8%: sono la Serenissima con il 13%, la Satap con il 9%, l’Aem Cremona, Itinera, Iren Emilia e altri azionisti privati con la quota più piccola.