Sequestrati 36 macchinari e denunciato il titolare. Scoperto all’interno della struttura 20 stanzette abusive in cartongesso.
Un vigile del fuoco continua a spegnere l’incendio dell’azienda tessile di Prato, dove sono morti 7 cinesi (repubblica.it)
In violazione alle prescrizioni regolamentari ed in precarie condizioni igienico sanitarie, i cinesi morti nell’incendio divampato in un capannone di un’agenzia tessile, il primo dicembre nella zona industriale di Prato, vivevano nello stesso luogo in cui lavoravano. Una tra le tragedie più cruente degli ultimi anni, dove sette lavoratori, in nero e sfruttati, hanno perso la vita mentre svolgevano la loro attività. All’inizio dei primi sopralluoghi delle forze dell’ordine, inoltre, non si riuscivano a distinguere i sessi delle persone morte.
Così la squadra interforze, nell’ambito della straordinaria attività di controllo presso aziende produttive e commerciali gestite in prevalenza da cittadini cinesi, ha effettuato questa mattina un nuovo servizio a Prato verificando le condizioni dell’azienda tessile in causa. Pianificato dalla Questura, di concerto con la Guardia di Finanza, Corpo forestale dello Stato, Polizia municipale, Direzione territoriale del Lavoro, Asl, Inps, Inail, Asm, il controllo ha avuto per oggetto un capannone industriale nella zona sud di Prato. Nella ditta, che e’ risultato un “capannone alveare” sono stati identificati 23 cittadini cinesi, cinque dei quali irregolari.
La Polizia municipale ha proceduto al sequestro di 36 macchinari e del locale capannone per accertati abusi edilizi, avendo create 20 stanzette in cartongesso, con 29 posti letto, in violazione alle prescrizioni regolamentari ed in precarie condizioni igienico sanitarie Nel controllo sono state rinvenute e sequestrate cinque bombole di gas gpl detenute in violazioni alla normativa sulla sicurezza. Il personale della Guardia di Finanza ha avviato gli accertamenti di natura fiscale di specifica competenza.
Il titolare della ditta verrà così denunciato in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Il Comune di Prato, infine, si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario relativo alla morte di questi sette cittadini cinesi nel rogo di via Toscana. A darne notizia sono il sindaco Roberto Cenni e l’assessore alle Politiche d’integrazione Giorgio Silli. Il Comune si era già costituito parte civile nel processo che mercoledì scorso ha visto condannare in primo grado (pena di due ani e due mesi) un imprenditore cinese accusato di sfruttamento da uno dei suoi operai connazionali.