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Stralci d'Ispirazione - 3 - Il tuo campo dei desideri

Da Dalailaps @dalailaps
Stralci d'Ispirazione - 3 - Il tuo campo dei desideri
Ormai sai già che ogni giorno mi faccio un’ora di bicicletta, no? Da quando ho chiuso con il basket ho perso il tono di cui andavo fiero, e qualcosa dovrò pur fare.
Ci salgo senza una meta precisa, pedalando veloce senza neanche accorgermene, metto l’iPod in modalità random e muovo le labbra per cantare come un pesce.
I passanti mi guardano come fossi pazzo, ma sai che non mi è mai importato molto di quello che pensano gli altri: a loro non devo niente.
A te sì invece. Ti devo la felicità che mi hai offerto come si fa con un abbraccio, ti devo i silenzi in cui ti rinchiudi per ascoltarmi con pazienza; ti devo quell’amore che sprigioni quando mi scorgi tra la gente, come una luce pura e senza fine, un sentimento tenero come un cucciolo e appassionato come un amante.
E così me ne vado per la strada libero e sereno, allargando le mani al vento e godendomi l’aria sul viso come fosse un tuo bacio.
Ed è tutto grazie a te.
Le stradine su cui pedalo ora sono le stesse dove mia madre mi portava a passeggio da bambino: all’epoca raccoglievamo more e lamponi, mangiandole camminando mano nella mano. Ora ci sono solo cespugli appuntiti e campi di fiori selvatici. La bellezza c’è, si sente forte come il proprio passato quando non è stato dei migliori.
Oggi ci sono passato distrattamente, sarà che l’iPod sembrava leggermi nel pensiero e selezionava canzoni perfette per il mio umore; sono quasi caduto in un campo pieno di fiori di Tarassaco, mentre la ruota inciampava in un solco di terra e sassi.
Mi sono fermato, ho appoggiato la bici a terra e li ho guardati a lungo, pensando a te.
Mia madre diceva che con quei fiori si possono esprimere desideri.
Da piccolo mi abbassavo, sceglievo il più bello, chiudevo stretti gli occhi e mi concentravo pensando al giocattolo che avrei voluto o a quanto desiderassi una sorellina, soffiavo forte e guardavo quei strani piumini volare nel vento. A dir la verità, mamma si stufò presto di fermarsi ogni secondo ad aspettare me e la mia fantasia, cercò anche di convincermi che se li avessi colti avrei fatto la pipì a letto.
Negli anni qualcuno di quei piccoli sogni si è realizzato; oggi pomeriggio ho pensato di esprimere un altro desiderio, quello più importante di tutti gli altri, e di vedere il mondo così come lo vedevo allora.
Ho chiesto a quel fiore di rendermi come lui; di fare di me la persona in grado di realizzare i tuoi sogni più intimi, di darmi la forza necessaria ad allontanare tutte le tue insicurezze, di stringerti anche quando mi chiedi di scappare da te e di non farmi trascinare nei tuoi attimi più bui, di donarti il mondo, la luna, o anche solo un tetto sotto cui poterci unire.
Poi mi sono alzato, sono tornato a casa pedalando ancora come un pazzo, e ho scritto queste cose da leggerti stasera. Giusto prima di chiederti di sposarmi.

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