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Strana storia italiana: dall’oratorio alla discarica

Creato il 05 settembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

riceviamo e pubblichiamo

Un bel giorno di luglio 2007 mi apprestavo a rincasare nell’appartamento di via dei Priori 72. Nel percorrere l’adiacente via della Stella, la mia attenzione fu catturata da un cumulo di terriccio posto  a ridosso del portone d’ingresso dell’Oratorio di San Filippo Neri.

Ad un esame ravvicinato m’avvidi che il cumulo era disseminato di ossa umane affioranti qua e là. Approssimatomi, ebbi modo di scorgere due operatori i quali, muniti di secchi, uscivano alternativamente dall’Oratorio e scaricavano ulteriori quantità di terriccio sul cumulo.

Non potevo trattenermi a lungo, a causa di impellenti impegni, tuttavia provvidi a raccogliere quanti più reperti mi fu possibile.

Il dì seguente mi recai a informare la Soprintendenza ai Beni Architettonici, in via Rocchi. Erano infatti in pieno corso i lavori di pulitura e restauro del complesso della chiesa di San Filippo Neri, il che mi aveva indotto a ritenere che la rimozione del terriccio fosse conseguenza di quei lavori.

Consegnai una dichiarazione scritta e richiesi un sopralluogo che venne prontamente affidato a chi di dovere, un architetto. Non mi fu possibile unirmi a lui, per via dei soliti impegni di famiglia. Mi affidavo alla sua competenza. Non immaginavo certo che poi, da me interpellato sull’esito del sopralluogo, mi avrebbe laconicamente così liquidato:: “Non ho visto nulla di particolare, solo una vecchia pallina da tennis”.

La pallina da tennis abbandonata in effetti c’era, l’avevo notata anch’io, ma vi erano pure, diamine, delle ossa umane.

Profonda fu la mia delusione nel constatare che non vi sarebbe stato alcun blocco dei lavori né alcuna raccolta selezionata: ossa umane e quant’altro il terriccio conteneva, erano inesorabilmente destinati alla discarica.

Dopo ulteriori segnalazioni, contatti ed appuntamenti negati, ebbi finalmente la soddisfazione di consegnare alla Soprintendenza Archeologica i pochi oggetti da me raccolti: una decina di frammenti di ossa di varie dimensioni, una piastrina metallica con caratteri impressi  – probabilmente una monetina -  e un frammento di maiolica dipinta.

Mentre scrivo  corre l’anno 2013. Voglio ancora sperare che, recandomi in Soprintendenza,  possa io avere il privilegio di conoscere l’esito degli esami che mi sono stati promessi.

Copia delle comunicazioni intercorse tra me e gli organi competenti sono a disposizione di chiunque voglia prenderne visione.

Mi preme di sottolineare che la più coriacea ostinazione nel non voler fornire dettagli sullo scavo, l’ho riscontrata proprio nel parroco della chiesa, vale a dire in chi ha il dovere di tutelare ogni reperto che provenga da uno dei più antichi siti paleocristiani di Perugia, quale appunto è il complesso architettonico della chiesa e dell’Oratorio di San Filippo Neri.

Francesco Trabolotti     e-mail:  [email protected]



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