Stranded Deep – Dove sei Wilson?

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "The_Unk" Lusso

Ebbene sì, anche questa è l’anteprima di un survival open world in prima persona. Steam ormai è stato letteralmente invaso da questo genere, che nonostante tutto continua a spopolare nelle classifiche di vendita. Dal mondo infestato dai morti viventi, alla foresta con strani esseri cannibali che ci attaccano durante la notte, fino al pianeta alieno ed ostile, ormai la sopravvivenza del nostro alterego virtuale è segnata, ma cosa succederebbe se per caso ci ritrovassimo novelli Tom Hanks in mezzo al mare dopo il classico cliché del disastro aereo? Semplice, otterremo Stranded Deep! In sviluppo da parte dello studio Beam Team, questo titolo è recentemente sbarcato su Steam in Early Access e ci propone un’esperienza insolita ma decisamente realistica in cui i veri nemici saranno la fame, la sete e anche un po’ di squali.

Siamo forse in un altro Triangolo delle Bermuda?

L’incipit da cui ha inizio tutto è davvero semplice, mentre ci troviamo in volo in un punto imprecisato dell’oceano Pacifico il jet privato su cui viaggiamo precipiterà in mezzo al mare e la nostra unica via di salvezza è il canotto gonfiabile che si è aperto e in cui ci risveglieremo dopo aver perso i sensi. Una volta svegli avremo ben poco a disposizione: un coltello, un accendino, una bottiglia d’acqua e un remo, lo stretto necessario per poter sopravvivere. In lontananza ci saranno delle piccole isolette dove potremmo trovare del cibo e acqua. Questo è uno degli aspetti più particolari di Stranded Deep: il mondo di gioco è composto prevalentemente dal mare e le isolette sono grandi solo qualche decina di metri quadrati con risorse veramente limitate che costringeranno il giocatore a viaggiare tra un’isola e l’altra del mondo di gioco. Quest’ultimo in ogni partita verrà generato proceduralmente, quindi ogni volta che iniziamo una nuova partita sarà sempre diverso. Anche i fondali marini sono esplorabili e generati in maniera casuale. Nei fondali vicino ad ogni isola ci saranno dei relitti – in realtà sono presenti in quantità  fin troppo elevata – al cui interno sarà possibile trovare degli oggetti già pronti per essere utilizzati come bombole d’ossigeno portatili, attrezzi e perfino parti di motore di barca utilizzabili con la zattera.

Ovviamente l’esplorazione non è l’unico modo per ottenere nuovi oggetti, che per altro non è nemmeno facile trasportare visto che l’inventario è volutamente limitato a soli otto slot, ma esiste anche tutto un sistema di crafting che ci permette ci costruire nuovi oggetti e piccole costruzioni a partire da alcuni oggetti base. È quindi necessario abbattere alberi e tagliarli per ottenere pezzi di legno e fronde, raccogliere sassi e tagliere le piante di yucca per recuperare delle corde. Al momento con questi quattro elementi base è possibile costruire praticamente tutto, ma l’intero sistema verrà ampliato man mano che lo sviluppo procede attraverso un sistema di crafting ingegnoso e diverso dal solito. Basta infatti poggiare gli oggetti per terra, gli uni vicini agli altri, e se sarà possibile costruire qualcosa, comparirà un menù in-game che ci dirà cosa possiamo costruire: si va dal fuoco di bivacco, che sarà possibile migliore con lo stesso metodo usato per costruirlo, fino ai primitivi strumenti come l’ascia e il martello. Quest’ultimo se tenuto in mano permette di costruire piccole fondamenta in legno piazzabili dove vogliamo – se invece le piazziamo in acqua otterremo una zattera – da poter poi migliorare con l’aggiunta di muri e tetti.

Nonostante Stranded Deep sia appena alla sua versione 0.01 dimostra già da ora un’indubbia qualità e anche capacità degli sviluppatori di programmare il motore di gioco Unity. Vi sono ovviamente dei difetti di cui tenere conto, come una fisica che non rispetta a pieno i principi della dinamica, è infatti possibile possibile spostare gli oggetti tenendo premuto il tasto destro del mouse, ma se lo si fa collidere col gommone mentre si è all’interno di quest’ultimo magicamente si sposterà in avanti, oppure se si sposta la zattera e allo stesso tempo si salta sopra sarà possibile prendere il volo. Anche le animazioni del personaggio visibili in prima persona sono ancora imprecise e poco realistiche, rispetto a quelle degli animali e dell’ambiente che ci circonda, ma si tratta di problemi molto comuni nei videogiochi che sfruttano questo motore di gioco, che verranno sicuramente risolti nei futuri aggiornamenti e che comunque non rovinano l’esperienza di gioco. In ogni caso il dettaglio del mondo di gioco è veramente alto, con ambienti sottomarini, relitti ed isole generate casualmente abbastanza vari e con buone texture e modelli 3D. Ad aggiungere realismo vi è anche il ciclo giorno e notte che dà origine a tramonti ed albe mozzafiato, l’ottima riproduzione dell’acqua e delle immersioni, assieme ad un sistema di meteo dinamico che comprende anche una fitta nebbia in grado di far facilmente perdere l’orientamento mentre ci si sposta da un’isola all’altra. Infine non bisogna dimenticare che possiamo e dobbiamo procacciarci il cibo uccidendo i granchi o gli uccelli che si trovano sulle isolette e che sarà necessario cuocerli prima di poterli mangiare e che assieme alla presenza di squali che durante le nostre esplorazioni sottomarine cercheranno di attaccarci, dimostra come gli sviluppatori di Stranded Deep abbiano puntato al realismo nudo e crudo, senza la presenza di strani mostri e similari, per far vivere al giocatore un’esperienza alla Cast Away – c’è anche il pallone Wilson, chiaro riferimento al film – che porta una ventata d’aria fresca al genere dei survival che tanto va di moda in questo periodo, ma che comunque ne rispetta le esigenze dei fan poiché in futuro verrà, molto probabilmente, aggiunta anche una modalità coop per poter giocare assieme ad altri naufraghi.


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