Ricordate il Great Blue Hole? Per chi si fosse collegato a Dita di Fulmine per la prima volta, il Great Blue Hole (se ne parla in questo post) è, in sintesi, un buco. Quello che lo rende spettacolare è la sua formazione e il suo attuale aspetto: si tratta di una galleria sotterranea verticale collassata (e probabilente di origine vulcanica) che, se osservata dall'alto, sembra un vero e proprio buco senza fondo in pieno oceano.
Il Great Blue Hole non è un caso unico: si calcola che nelle sole Bahamas ne esistano almeno altri 30 collegati ad almeno un migliaio di caverne sottomarine, una concentrazione mai riscontrata in altre parti del mondo. E' per questo motivo che le isole sono state la destinazione finale di un gruppo di ricercatori dedito allo studio delle svariate, e talvolta misteriose, forme di vita che popolano questi pozzi verticali sommersi.
"E' davvero incredibile nuotare lungo un passaggio che nessuno ha mai esplorato prima, e sperimentare il brivido della scoperta" spiega Tom Iliffe, a capo della spedizione e biologo marino della Texas A&M University. "Sul fondo della caverna, non si può dire cosa si può incontrare dietro ad ogni angolo".
Si calcola che al mondo esistano decine di migliaia di caverne sottomarine, ma solo meno del 5% è stato esplorato, o è diventato oggetto di una serie investigazione scientifica. "Abbiamo più informazioni sul lato nascosto della luna che su queste caverne sul nostro pianeta. Non si può dire cosa si scoprirà in alcune delle migliaia di caverne in cui nessuno è mai entrato".
I Blue Holes delle Bahamas sono formazioni rocciose di forma circolare createtesi nel massiccio carbonatico di 6 km di spessore che ha dato origine al famoso paradiso tropicale così amato dal turismo di massa. Durante l'arco di milioni di anni, il continuo abbassarsi e sollevarsi del livello del mare ha eroso le rocce carbonatiche facendo collassare le pareti di enormi caverne sottomarine, e creando i blue holes visibili oggi.
Iliffe e i suoi colleghi hanno esaminato tre "buchi blu" delle isole Bahamas scoprendo, senza troppa sorpresa, diversi strati di batteri che prosperavano nelle profondità di questi pozzi marini. Ciò che ha stupito i ricercatori, invece, è la diversità riscontrata tra i tre siti di studio, e la presenza di alcuni microrganismi finora sconosciuti alla scienza. "Stiamo scoprendo nuove forme di vita totalmente sconosciute in qualunque altro angolo della Terra" spiega Iliffe.
I microrganismi dei blue holes sono disposti su livelli che seguono la stratificazione dell'acqua: alcuni sopravvivono nelle zone di acqua più dolce, altri preferiscono salinità elevate, altri ancora prosperano in carenza quasi totale di ossigeno. Alcune di queste microscopiche creature avrebbero le carte in regola per essere definite estremofile.
Il Black Hole di Andros Island, ad esempio, è stratificato in questa sequenza: fino a 17 metri di profondità dalla superficie c'è acqua cristallina con una salinità del 12 per mille, ma superato questo primo livello si incontra uno strato spesso circa un metro popolato da una miriade di microrganismi, che sopravvivono grazie alla poca luce che li raggiunge e allo zolfo disciolto nell'acqua.
La massa batterica totale presente nel secondo strato del Black Hole arriverebbe a pesare oltre 5 tonnellate, e presenta densità di circa 10 milioni di batteri per millilitro. L'azione di questi batteri fa riscaldare l'acqua da 29°C del primo strato fino a 36-40° nel secondo, un caso più unico che raro di batteri capaci di aumentare la temperatura dell'acqua in modo così significativo.
Oltre i 19 metri (fino ai 47 totali di profondità), si passa al terzo strato: la temperatura dell'acqua scende fino a 26°C, la luce viene totalmente assorbita dallo strato superiore di batteri, e la salinità raggiunge il 35 per mille. E' il livello meno esplorato e conosciuto dei blue holes, e i ricercatori ritengono sia molto simile agli oceani terrestri di 3,5 miliardi di anni fa.
"Abbiamo esaminato due caverne ad Abaco Island, e una ad Andros Island. Una di quelle di Abaco, alla profondità di 30 metri, ha strati di batteri attaccati alle pareti della caverna, strati spessi quasi 2,5 centimetri. Un'altra caverna nella stessa isola ha batteri che vivono all'interno di nubi velenose di acido solfidrico, che si trovano ai confini tra l'acqua dolce e quella salata. Queste caverne hanno differenti tipologie di batteri, con tipi e densità variabili man mano che la luce proveniente dall'alto si fa sempre più debole".
"Nella caverna di Andros" continua Iliffe, "ci aspettavamo di trovare qualcosa di simile, ma lo strato di acido solfidrico conteneva batteri di diversa natura. Ci dimostra che queste caverne tendono ad ospitare forme di vita che si adattano ad un habitat particolare, e abbiamo scoperto che alcuni tipi di batteri possono vivere in ambienti in cui altre forme di vita non sopravviverebbero. Questa ricerca mostra come questi batteri si siano evoluti nell'arco di milioni di anni e abbiano trovato un modo per vivere in queste condizioni estreme".
"Queste forme batteriche potrebbero essere simili ai microrganismi esistiti sulla Terra primordiale, e fornirci indizi su come la vita possa essersi evoluta su questo pianeta. Queste caverne sono laboratori naturali in cui possiamo studiare la vita in diverse condizioni, analoghe a quelle presenti molti milioni di anni fa. Non hanno luce, per cui non c'è alcuna produzione fotosintetica di ossigeno, e questo significa che i livelli di ossigeno disciolto nell'acqua sono bassi o quasi inesistenti, simili agli ambienti che sono probabilmente esistiti sulla Terra delle origini".
I microrganismi dei blue holes non possono soltanto aiutarci a capire la storia della vita sulla Terra, ma anche a formulare ipotesi su come possa essere sorta la vita su pianeti extrasolari e lune più o meno vicine a noi."Per quanto ne sappiamo ora, non esiste acqua superficiale in alcuna altra parte del nostro sistema solare, ma potrebbe esistere sotto la superficie, come su Marte o su lune come Europa. Queste sono aree di oscurità totale, per cui le caverne terrestri che stiamo esplorando potrebbero essere simili".
"Se la vita dovesse esistere da qualche altra parte nel nostro sistema solare, è probabile che sarà scoperta in ambienti sotterranei ricchi d'acqua, forse l'equivalente di quelli che stiamo studiando nelle Bahamas".
Strange Life Found in Underwater Caves
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