Questa fine anno è davvero carica di energia, non sempre positiva, in ogni caso tutti sono in trepidante attesa del 2012. Molta la curiosità, forse altrettanta la paura (ma non si deve dire…), di sicuro in tanti stanno trattenendo il respiro: il potenziale è notevole, forse superiore al cambio di millennio. Qui si parla dell’anno bisestile più nefasto della storia, quello che secondo il calendario Maya porterà con sé la fine del mondo, per alcuni santoni comporterà l’arrivo del Messia e/o dell’Apocalisse, mentre per altri vi sarà l’avvento di un campionario di cataclismi senza precedenti tra i quali, secondo i meno catastrofisti, lo scioglimento dei poli ed altre cosucce simili che per lo meno non porteranno all’estinzione della razza umana. Diciamocelo, l’arrivo degli alieni è forse il finale più divertente ed auspicabile tra quelli prospettati dalle previsioni più accreditate!
Il cinema non si è sottratto e, già da qualche anno, ha cavalcato quest’onda proponendoci la propria visione di alcune profezie (non dimentichiamo il kolossal 2012) offrendoci quindi una gran varietà di finali ingloriosi per la nostra specie. In tutto ciò si inserisce decisamente un film che potremmo definire il papà di tutti gli altri e soprattutto che ha dato veramente l’idea di cosa potrebbe capitare il solstizio d’inverno 2012: oggi parliamo di Strange Days. Altra opera nata dal sodalizio Cameron – Bigelow che ha decisamente precorso i tempi, quando già nell’oramai lontano 1995 ci propose l’assai sofferta visione di una fine anno tanto magica quanto carica di tensione e follia.
Storia dello struggimento al limite dell’autodistruzione di Lenny Nero (Ralph Fiennes), uomo caduto in disgrazia che si crogiola nella propria miseria e tira a campare spacciando brandelli di vita altrui. Contrabbando di filmati che ritraggono situazioni non vissute ad uso e consumo di acquirenti che non hanno altro modo per farne esperienza, il tutto grazie ad un apparecchio in grado di far percepire con i cinque sensi al completo, definibile futuristico ancora oggi anche se ben più vicino alla realtà di quanto non fosse vent’anni fa. La trama si complica molto presto e il dramma volge prima al noir poi al poliziesco, quando il nostro protagonista si ritrova invischiato in una serie di omicidi piuttosto perversi a causa di un killer dal macabro gusto.
Drammi interiori si intrecceranno con la realtà e zavorreranno Lenny non poco ma lo indurranno pure ad una investigazione tutta privata, grazie alla quale addiverrà ad una inaspettata soluzione non dopo però un crescendo di azione e tensione che esploderà in concomitanza col cambio di anno. Ci viene proposta follia all’esterno che va a braccetto con quella più intima, in un mondo in preda al panico ed all’anarchia, sentimenti decisamente indotti e molto nutriti dall’assenza di prospettive, idee ed ideali. C’è comunque spazio per emozioni tanto forti quanto vere: amicizia, amore, supporto e fiducia sono i capisaldi di un film attualissimo che per questo motivo fa ancora tanto (troppo) pensare.
Mirabile storia cruda, violenta e senza tempo che però non dimentica di infondere speranza e coraggio in chi guarda, insomma all’appello non manca davvero alcun segno distintivo delle opere a cui la regista ci ha da sempre abituati.
Un film da rivedere per il suo intreccio magistrale, il cast scelto con cura (impossibile non sottolineare quanto risulti efficace e graffiante Juliette Lewis sul palco nelle performance dal vivo) e una meticolosa colonna sonora che mai come questo capodanno risulta essere perfetta intro all’anno che verrà!