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Stranieri, eleggibili, giocatori di formazione italiana: il caso Lenarduzzi come paradigma

Creato il 07 agosto 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Stranieri, eleggibili, giocatori di formazione italiana: il caso Lenarduzzi come paradigmaAndrea Nalio per Il Resto del Carlino di Rovigo

L’INGAGGIO di Rhys Lenarduzzi da parte dei Rovigo, oltre ad offrire allo staff tecnico rossoblu una validissima alternativa all’apertura (o come estremo), ha in realtà
evidenziato l’ennesima contraddizione di un movimento italiano che aspira ad un professionismo in realtà ancora molto distante. Il caso del giovane utility back, ripercorrendo i passi che ne hanno portato all’ingaggio, ne è un esempio.
La dirigenza rossoblu individua Lenarduzzi come rinforzo ideale per la linea veloce. Lo
status del giocatore, australiano di nascita ma convocato per la Nazionale italiana di rugby a 13, consiglia (giustamente) il Rovigo a chiedere informazioni circa le modalità di utilizzo dei ragazzo. Rientra tra i quattro stranieri da presentare a referto o tra i 19 giocatori di formazione italiana? Da qui, pare che la risposta ricevuta dalla Fir sia stata: «Lenarduzzi è
eleggibile per la Nazionale italiana e, secondo le nuove norme, può giocare anche all’apertura».
Poche parole che, se da un lato hanno rassicurato Rovigo circa la possibilità di utilizzare Rhys come vice-Duca, dall’altro non hanno chiarito appieno la posizione dell’italo-australiano. Il quale, secondo norme federali, non è di formazione italiana e pertanto
considerato straniero a tutti gli effetti. Lo status di eleggibile per la Nazionale italiana gli permetterà di giocare numero dieci in Eccellenza (in base alle decisioni del consiglio avvenute il 22 luglio 2011, considerato che Rhys ha compiuto 22 anni la settimana
scorsa e la regola prevede per gli eleggibili un’età massima di 23 anni) ed eventualmente diventare un’opzione futura anche per la Nazionale maggiore. Ma non risolverà il problema del Rovigo che, in caso di un suo utilizzo, dovrà rinunciare ad uno tra Mahoney, Basson, Seveail’i ed il pilone in arrivo.
Una grana imprevista che, se da un lato getta luce su una norma ancora poco chiara, dall’altro sottolinea come la volontà del rugby italiano di intraprendere in maniera decisa la strada dei professionismo rallenti pericolosamente dinanzi un bivio banale, ma specchio della situazione attuale.


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