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Strano (senza speranza)

Da Eucuri

E’ stato strano vederti nella mia città. Nella città dove ho mosso i primi passi, dove ho avuto le prime cadute e ricadute. E’ stato strano vederti parlare con gli amici di una vita, di cui tu non hai fatto parte. E’ stata strana la naturalezza con cui hai camminato per le strade dove ho preso altre per mano, dove la mia mente da romantico senza speranza si stava formando mentre andavo a scuola. E tu, che hai percorso con me questo viale dei ricordi, tu sei stata perfetta mentre io balbettavo storie assurde, sotto i colpi di un altro sentimento senza speranza che cresceva e mi faceva sentire come quando, da adolescente, incespicavo tra battiti del mio cuore e delle ciglia di ragazze intorno a me. E’ stato strano finché non ho capito che ti sei appropriata della città, delle sue ultime immagini, delle strade che avrei ripercorso, di quel punto dove tu e quell’altro dove noi. Di tuttò ciò che ero e del perché sono così. Ma tu, tu per me resti un mistero. Ed io, un romantico senza speranza.

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