L’Italia è stata condannata a versare un risarcimento di 15mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime, in quanto due ricorsi non sono stati giudicati ammissibili.
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Come ha ricordato nei giorni scorsi il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Il 6 maggio 2009 a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, le autorita’ italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalita’ somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza). I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volonta’, senza essere prima identificati, ascoltati ne’ preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. I migranti non hanno avuto alcuna possibilita’ di presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200 migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state rintracciate e assistite in Libia dal Cir. E’ stato lo stesso Consiglio ad incaricare gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. (ANSAmed).
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