Strategia demoniaca - Recensione - PS3

Creato il 27 settembre 2013 da Intrattenimento

Le celebri griglie di Nippon Ichi tornano su PlayStation 3, in una nuova avventura

Creare un gioco di ruolo strategico non è un compito alla portata di tutti. Lo sbizzarrirsi lato utente nel godere di un titolo appassionante nasconde un impegno lato sviluppatore di gran lunga maggiore nell'equilibrare, innovare e rendere appagante ma mai frustrante la dose di strategia proposta. Per quanto le filosofie orientali ed occidentali vedano il genere degli RPG strategici in maniera molto differente, Nippon Ichi si candida come mosca bianca che osserva da esterna l'evoluzione delle controparti. Il team di Chubu ha da sempre un approccio dissacrante, irrispettoso, quasi bizzarro nel proporre gameplay puro e senza compromessi, che spaventa per la sua profondità a fronte di una presentazione artistica piuttosto semplice e trasversale. La saga di Disgaea, per quanto relativamente giovane, rimane una delle più prolifiche; non stupisce, quindi, che la nuova iterazione vada a pescare i personaggi, la trama e il filone narrativo negli eventi dei primi giorni di vita del franchise. C'è un dubbio, però, che ricorre con frequenza ad ogni seguito: quanto è labile il confine tra reale bisogno di un nuovo capitolo a cadenza ormai annuale e appassionato fan-service?

Il solito inferno

Il ritorno dei protagonisti che hanno reso famoso il franchise farà la gioia di coloro che scelsero, ai tempi di PlayStation 2, di premiare la versatilità di Nippon Ichi, ma il pollice diventa verso nel considerare quanto poco impegno il team abbia profuso nel rendere la trama accattivante. Tornano Laharl, Flonne e Etna in una quest per dare al nuovo sovrano la giusta fama e permettere così al suo ego sconfinato di essere soddisfatto; Nippon Ichi rimane una delle migliori software house nipponiche a infondere la giusta dose di simpatia e goliardia alle scene di intermezzo, ma appare palese il loro utilizzo a mero filo conduttore tra uno scontro e l'altro. Godibili e ironiche, rese quindi dimenticabili proprio dalla troppa semplicità, apparente punto di forza ma qui divenuto un paravento per la mancanza di una storia di spessore. Sommando l'immane sostanza ludica, tutto ciò impallidisce di fronte al reale fulcro del franchise, ma riprendendo quanto detto poc'anzi rimane un po' di amaro nello scoprire, battaglia dopo battaglia, come Nippon Ichi stia effettivamente spremendo nella sostanza il suo brand di punta. Non servono giri di parole per apprezzare sempre, e comunque, un nuovo episodio della saga, ma questo non deve essere nemmeno una scusante per non aspettarsi qualcosa di più approfondito sul lato narrativo, con una tendenza insufficiente iniziata sin dai più recenti spin-off proposti. L'avanzamento risulta piacevole in virtù di una struttura di gameplay ormai affermata; nonostante il D2 sia l'ottavo in ordine di tempo, la formula diverte, appassiona e tiene incollati per centinaia di ore, complice un albero di crescita praticamente infinito. Da quel punto di vista, Disgaea non si smentisce mai.

Vecchio e nuovo

Disgaea D2 aggiunge novità da una parte, togliendo quando aggiunto da Disgaea 4 dall'altra. Il cuore della strategia rimane invariato, con mappe a griglia in puro stile jRPG strategico a dettare la legge del campo di battaglia. Il nuovo episodio abbandona in toto il sistema online presente nel suo predecessore, sicuramente non fondamento del franchise ma piacevole distrazione, fissandosi sulla trama offline, certamente non povera di contenuti. Salutiamo poi le mappe create dal giocatore e la personalizzazione della nave, rimosse in questo episodio, pirati inclusi. Se nel passaggio da Disgaea 3 a Disgaea 4 Nippon Ichi lavorò pesantemente sull'aspetto tecnico, promuovendo sprite puliti in alta definizione per i personaggi, non si può dire che il D2 compia un altro passo evolutivo. Uscendo dal giardino sicuro dell'arte infusa negli artwork di protagonisti, comprimari e nemici, il resto è visibilmente bloccato nel passato. Vista la scelta stilistica adottata, al brand non si è mai richiesto un miracolo tecnico, ma negli sfondi e nelle location il titolo offre veramente il minimo indispensabile. Un difetto che non è tale per i fan, da sempre martelli battenti sul ferro ludico incuranti della tecnica, ma è giusto sottolinearlo in relazione all'analisi ormai necessaria di quanto Nippon Ichi abbia inserito in questo blu-ray quasi esclusivamente una massiccia dose di strategia. Ma come anticipato, da una parte si toglie dall'altra si aggiunge. Il team giapponese ha ben scelto di semplificare alcune fasi sin troppo dispendiose in termini di tempo, come l'evoluzione del nemici, qui affidata unicamente ad un negozio apposito, oppure la promozione degli alleati reincarnati, resa ben più fluida a patto ovviamente di qualche rinuncia nelle performance finali. Nel processo di evoluzione è doveroso citare la possibilità per i personaggi di diventare apprendisti di altri, permettendo così l'acquisizione di tecniche di questo o quel maestro.
Disgaea D2: A Brighter Darkness - Un altro video di gameplay

Zaino in spalla

Un'aggiunta interessante riguarda i tratti Evility, vere e proprie condizioni assegnabili agli alleati creati o reincarnati, rendendoli più o meno ideali per affrontare determinate situazioni. Questo aspetto aggiunge un nuovo livello di strategia, non più quindi affidata ai meri numeri di statistiche ed equipaggiamento ma finalmente dipendente anche da elementi minori ma dai tratti adatti ad affrontare specifici nemici e scontri. Una critica puramente ludica va rivolta ai cristalli Geo Panel, catalizzatori di condizioni ad area perfetti per la struttura strategica del brand: purtroppo l'elemento diviene vera fonte di gioie e dolori solo a partire dalle seconda metà del gioco, rendendo la prima dozzina di ore più una sorta di allenamento evoluto che non vero avanzamento irto di difficoltà. La stessa cosa non si può dire per la sempreverde capacità di utilizzare i mostri alleati per volgere a proprio favore lo scontro. A differenza della possibilità di trasformarli in armi, come in passato, in Disgaea D2 Nippon Ichi ha pensato di rendere i piccoli demoni una sorta di cavalcatura sul quale far saltare gli alleati umanoidi. In questo modo è possibile trasportare e difendere gli elementi più deboli spartendo il danno con la cavalcatura, il tutto mentre il resto della truppa è impegnata a saltare uno sulle spalle dell'altro per raggiungere in fretta zone distanti della mappa. Come da tradizione, sarà necessario del tempo per padroneggiare la curva di apprendimento del titolo, specialmente nel caso si volesse affrontare tutti i tantissimi extra inseriti esternamente alla quest principale, come le battaglie dentro gli oggetti o le sfide di Laharl.

Disgaea D2: A Brighter Darkness fornisce tutto ciò che è lecito aspettarsi da un nuovo episodio di questa decennale saga, ma Nippon Ichi ha scelto di non avanzare nella scala evolutiva. Il ritorno di Laharl e seguaci poteva essere ben più pregno di narrazione, ma Nippon Ichi non ha voluto premere su una trama articolata, lasciando al solito, raffinato gameplay il compito di decretarne il valore. Tolti alcuni aspetti dai predecessori, Disgaea D2 ne aggiunge di nuovi a rinfrescare la struttura, con il pregio di sveltire alcune pratiche poco fluide e velocizzarne l'avanzamento rendendolo, in alcuni frangenti, un po' più trasversale e meno di nicchia. Per quanto nel complesso un buon esponente, la speranza è che Nippon Ichi affidi al prossimo capitolo numerato il salto in avanti di cui la saga ha bisogno.

Marco Perri

Pro

  • Strapieno di contenuti
  • Centinaia di ore di gameplay
  • Formula ludica vincente...

Contro

  • ... ma ormai sin troppo conosciuta
  • Trama decisamente dimenticabile
  • Stile e tecnica non vanno di pari passo

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