Steso sul divano cerco di rilassarmi azzerando le mie capacità cerebrali davanti ad un film.
Ad un certo punto Gaia attira la mia attenzione, forse per i suoi 8 mesi avrei potuto dedicarle più tempo, penso.
Scorgo nelle sue mani un libro e un brivido mi percorre la schiena, il titolo del libro è “l’arte della guerra”.
G: “Ohi, hai cinque minuti?”
N: “Ma certo, vuoi parlarmi del tuo libro, ti piace?”
G: “Sì, in parte, forse sono troppo piccola per apprezzarlo. Volevo però fare con te un ragionamento”
Questo mi spiazza sempre, mi si crea un’ansia esagerata all’idea che debba condividere con me un ragionamento. La paura di non riuscire a seguire i suoi pensieri, nonostante i soli 8 mesi, è alta.
N: “Orpolà, dimmi”
G: “Stavo ragionando, partendo da riflessioni militari, sulla differenza fra strategico e tattico e sul giusto approccio che si deve avere”
N: “Già, è importante tenere distinte le due cose”, dico mentre cerco di caprie mentalmente le differenze.
G: “Ti dico come le intendo io”.
Meglio, penso dentro di me mentre annuisco cercando di riprodurre un’espressione paterna ed austera.
G: “Vedi io intendo che la strategia come un progetto complessivo mentre la tattica come l’operatività per perseguire gli obiettivi che costituiscono la strategia”
N: “Funziona, direi”
G: “Ecco mi rendo conto che ogni tanto, nel mettere in opera tattiche e soluzioni perdo di vista al strategia, che il quotidiano, l’operativo mi allontana dalla strategia”
N: “Capisco, spesso la quotidianità assorbe energie e ci fa perdere di vista cosa è strategico, cosa è veramente importante”
G: “In parte. E’ molto vero che la quotidianità distrae, che richiede tattiche talmente complesse da assorbire totalmente le energie ma la verità è che bisogna trovare il tempo per fare strategia, che bisogna trovare il coraggio per dire a noi stessi cosa vogliamo ottenere, in che modo e con che tempi. Lottare quotidianamente poi sarà automatico, perseguire singole vittorie sarà possibile se dietro c’è un progetto, un obiettivo alto”
N: “E’ chiaro, bisogna ritagliarsi il tempo per essere strategici”
G: “E aggiungo un’ultima cosa”
Ecco, voi ora non potete sentirla ma il crescendo di entusiasmo ed energia nella sua voce è incredibile, sprizza forza e coraggio
N: “Dimmi”
G: “La strategia deve essere alta, deve essere eccellente. Sai qual è il mio obiettivo strategico?”
N: “Quale?”
G: “Essere felice”
N: “Beh, non male”
G: “Tutta la tattica della mia vita sarà per perseguire questo obiettivo, per concretizzare questa strategia. Tu mi aiuterai”
La mia risposta è facile, la sollevo, lei mi mette le braccia al collo appoggia la testa stanca sulla mia spalla e io le bacio la fronte, la mia strategia, ora che mi ci fa pensare, è la stessa.