Quando la dittatura è un fatto, la rivoluzione è un dovere (dal film "Treno di notte per Lisbona").
"Dobbiamo compiere ogni sforzo per sopprimere quel genere di notizie (quelle diffuse dall'informazione indipendente, n.d.r.). Se qualche resistenza compare, dobbiamo sottolineare con forza che essa viene da 'isolati' ostinati individui, mal informati o disonesti, che non sono affiliati ad alcun gruppo o partito importante. [...] L'inevitabile sospetto che il colpo di Stato è opera delle macchinazioni della Compagnia (la C.I.A., n.d.r.), può essere stornato, attaccandolo violentemente e l'attacco sarà tanto più violento quanto più questi sospetti sono giustificati. Faremo uso di una selezione adatta ed opportuna di frasi sgradevoli che restano utili come indicatori del nostro impeccabile nazionalismo". (E. Luttwak)
Il pensiero libero si esprime attraverso un linguaggio libero, creativo, provocatorio. Nei confronti della disinformazione, la lingua della verità informa, ora usando i termini che aderiscono ai significati ed alle cose ora mutuando, con intento correttivo, espressioni e vocaboli con cui negazionisti e gazzettieri stravolgono la realtà. Nel momento in cui tali parole e diciture sono riprese in modo critico, si recupera il loro vero valore e lo si ritorce, a mo' di boomerang, contro gli occultatori.
Qualche esempio è indispensabile: abbiamo intitolato un recente articolo "L'asse del Male", rivisitando un sintagma che fu usato dopo l'inside job del 9 11, allorché Bush junior dichiarò la guerra al terrore, ossia guerra al Goldstein di turno, ad un'entità fantomatica; meglio, i terroristi (i servizi segreti internazionali) con il pretesto dell'"attacco" alle Torri gemelle proclamarono paradossalmente, dietro la finzione dell'integralismo islamico, la lotta contro sé stessi, perché sono gli Stati-canaglia ad essere gli autori e gli attori (anche in senso teatrale e cinematografico) del terrore.
La voce "negazionisti" poi è quanto mai idonea per indicare i forsennati della disinformazione, poiché essi appunto tentano pervicacemente di negare, di smentire, contro ogni evidenza e prova, la verità.
Nel contempo, devono essere denunciati, rifiutati e trasformati i sintagmi e lessemi che manifestano l'infinita, untuosa ipocrisia del sistema: "democrazia", "libertà", "giustizia", "missione di pace", "lotta alla povertà"... segnalano l'esatto contrario, non appena sono pronunciati o vergati da un esponente delle istituzioni, un pennivendolo, un depistatore.
Altre espressioni-chiave dei media di regime sono ossimoriche, ad esempio "guerra giusta", "guerra umanitaria", "bombardamento umanitario"... Sono quindi assurde, frutto solo di una volontà di mistificare i fatti.
Laddove un guerrafondaio come Edward Luttwak, in "Coup d'Etat: a practical handbook", 1968, consiglia di ghettizzare i dissidenti e gli oppositori, per mezzo di termini quali "antisemita", "terrorista", "comunista", "fascista", "stalinista" (sciachimista... n.d.r.) etc., senza tema di errore, potremo usare l'aggettivo "antisemita" per denotare coloro che covano un odio indiscriminato contro gli Arabi, poiché gli Arabi (come gli Aramei e gli Ebrei) sono un'etnia appartenente al gruppo linguistico semitico. Pertanto sono Bush junior e tutti quelli che, come lui, fomentano la xenofobia contro gli Arabi ad essere sic et simpliciter "antisemiti". Lo era evidentemente la fallace Fallaci, autrice di libracci comunque detestabili perché mal scritti piuttosto che per la loro palese istigazione all'odio.
La dittatura del pensiero unico (in realtà non-pensiero) deve essere combattuta con tutti gli strumenti culturali a disposizione, a cominciare da un uso onesto, veritiero ed intrepido della lingua, rigettando la doppiezza di un codice "falso e bugiardo", verbigrazia quello che definisce la distruttiva legge sull'istruzione (?) "buona scuola" che dobbiamo bollare sempre e comunque come "pessima scuola".
Di fronte a fenomeni nuovi è d'uopo coniare neologismi, compiere ribaltamenti semantici (decisioni del tempo, anziché previsioni,Ministero dell'inferno, invece che dell'interno etc.), ricorrere ad un'elegante, pungente ironia. Soprattutto è importante abituarsi a ripetere certe voci ed elocuzioni affinché diventino un patrimonio semantico e concettuale cui tutti possano attingere per smascherare l'inganno linguistico, riflesso di numerosi altri imbrogli. Questo fino a quando il re sarà nudo e... afono.
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