Ci risiamo. Quelli di Meridiano Zero ne hanno scovato un altro. Instancabili nel loro nasometrico sondare nomi e tendenze di eccellenza nel variegato panorama noir di matrice anglo-americana (con succulente capatine anche in quello italiano e francese), stavolta sono andati a pescare una chicca per intenditori: tal Mykle Hansen, scrittore di Portland, Oregon, tra gli inventori della cosiddetta «bizzarro-fiction», una sorta di straordinaria mescolanza di commedia tragica e surrealtà condita da sotterranee venature di grottesco. Missione in Alaska è un romanzo breve e feroce, a tratti strampalato, di sicuro assai caustico: racconta la vicenda di Marv Pushkin, «Responsabile della Comunicazione Creativa, Condottiero Aziendale, Leader di Uomini, Conquistatore di Femmine, abbonato di Esquire», un creativo manager che ha messo in formalina l'anima per lasciarsi alle spalle qualsiasi traccia di tenerezza o sentimentalismo. Reso cinico dal consumismo esasperato, dalla miriade di comfort che la nostra società elargisce in maniera esponenziale (in primis gli psicofarmaci, baluardo legalizzato della felicità chimica contemporanea), Marv è uno scorrettissimo, sfegatato arrivista che considera il suo prossimo alla stregua di un numero da contabilizzare e sfruttare nelle campagne di marketing, oppure semplicemente qualcuno da subordinare - anche sessualmente, in caso si tratti di bella gnocca! Un bel dì, quest'essere repellente organizza una caccia all’orso in Alaska, certo che questo servirà a compattare la sua squadra lavorativa per renderla ancora più vincente, ancora più imbattibile. Il massimo. Ma le cose, come scopriamo già in apertura del libro, prenderanno una piega piuttosto imprevista. Immobilizzato sotto il suo imponente SUV a causa d'un crik difettoso, il protagonista si ritrova bloccato al terreno. Ma questo non è l'unico inghippo. Attorno al veicolo che lo tiene inchiodato si aggira un grosso plantigrado, un bell'orsone bianco che ha deciso di utilizzarlo come integratore proteico per la sua dieta ed ha iniziato a nutrirsi con l’unica parte che al momento riesce a raggiungere: i piedi. Maneggiando siffatte coordinate, l'autore statunitense - scrittore, performer e musicista, dicono le note biografiche - dà vita ad un romanzo satirico davvero tagliente, un’opera che, attraverso l'uso calibrato quanto sottilissimo dell'ironia, sfregia ad unghiate il cuore del Sogno Americano, svelando la pochezza e la bruttura (se ancora ce ne fosse bisogno) che soggiacciono alla pulsione malata che regola ogni architettura sociale odierna: arricchirsi, svettare sugli altri, vincere ad ogni costo: una prospettiva che ci viene inoculata sin da bambini grazie alle vetrine colorate, i cellulari sempre più high-tech, le macchine veloci, i vestiti più cool. Qualcosa che ci sta facendo impazzire tutti. Bello, rapido e spassoso. Con uno spunto riflessivo importante. Che altro chiedere, da un romanzo così?
Missione in AlaskaMykle Hansen (Ed. Meridiano Zero)